Carnevale 2021: la storia di alcune delle manifestazioni più importanti della Sicilia

Carnevale 2021: la storia di alcune delle manifestazioni più importanti della Sicilia

SICILIA – In Sicilia il Carnevale, festa di eccessi e allegria, è una ricorrenza particolarmente sentita. Sono diversi i Comuni siciliani che nel tempo hanno sviluppato una tradizione autoctona tipica del luogo ma che purtroppo quest’anno, così come quello passato, ha subito una battuta d’arresto.

Per comprendere a pieno il significato del Carnevale è necessario fare un passo indietro nel tempo poiché nasce come periodo di festeggiamenti sfrenati ed eccessivi, in netta contrapposizione al periodo di preghiera e penitenza della Quaresima immediatamente successivo.

Origine della festa

Il Carnevale è una festa legata al mondo cattolico e cristiano, ma le sue origini vanno ricercate in epoche molto più antiche: quella pagana. La ricorrenza infatti deriva dai Saturnali della Roma antica o dalle feste dionisiache del periodo classico greco, durante i quali tutto era lecito: lasciarsi andare, liberarsi da obblighi e impegni dando spazio allo scherzo, e mascherarsi erano alla base della festa. Una volta terminati i festeggiamenti, il rigore e l’ordine tornavano a dettare legge nella società.

In Sicilia il Carnevale è un periodo molto sentito e festeggiato in diverse parti dell’Isola; sono famosi quello di Acireale, di Sciacca, di Taormina, Misterbianco e molti altro. La maggiore parte di questi sono caratterizzati dalle sfilate di carri in cartapesta creati da veri e propri maestri artigiani.

Simbologie allegoriche, folklore e ironia sono i principali perni su cui solitamente si basano i progetti dei carri allegorici che imponenti sfilano tra le strade delle città facendo apparire cittadini e i vicoli lillipuziani al loro passaggio. La maggior parte delle manifestazione quest’anno sono saltate e, mentre alcuni Comuni sono riusciti a organizzare delle forme di intrattenimento alternative, altri invece hanno sospeso tutti gli eventi nella speranza di potere tornare a festeggiare in estate o quando l’emergenza sanitaria sarà solo un ricordo.

Il Carnevale di Acireale

Risalire all’origine del Carnevale di Acireale non è semplice ma le prime tracce certe dei festeggiamenti risalgono alla fine del XVI secolo. Una delle caratteristiche più antiche del carnevale acese fu la battaglia delle arance e dei limoni (ancora presente in alcune zone di Italia), di cui si ha prova in documento del 1612 che la bandiva.

Nel 1693 a seguito del terremoto venne proibita ogni pratica carnascialesca e ciò segnò la linea di frattura fra il carnevale acese del ‘600 e quello che sorgerà nel ‘700. Nel XVIII secolo la tradizione venne ripresa con l’introduzione di nuove maschere, i Baruni, che avevano lo scopo di prendere in giro l’aristocrazia, i Manti, costume con molti fronzoli che aveva il solo scopo di far mantenere l’anonimato a chi l’indossava.

I primi carri fecero la loro comparsa nel 1800, da allora fino a oggi Acireale ha mantenuto questa tradizione avvalendosi di vari cantieri portati avanti da volenterosi artigiani che hanno realizzato carri sempre più curati. Dal 1970 al 1995 il Carnevale di Acireale si perfezionò e si assestò, diventando sempre più imponente e soprattutto affinandosi nella costruzione di carri allegorici e carri infiorati, che col passare del tempo raggiungono un livello d’importanza pari ai primi. Nel 1996 Acireale, per la prima volta, ottenne lotteria nazionale assieme a Viareggio e Putignano.

Quest’anno le manifestazioni tradizionali non potranno avere luogo per via dell’emergenza sanitaria in corso. La Fondazione “Carnevale di Acireale”, presieduta dall’avvocato Gaetano Cundari, non è rimasta con le mani in mano e, operando nel perimetro del consentito, ha varato una serie di iniziative che fanno riferimento innanzitutto all’ambito culturale.

Il Carnevale di Sciacca

Il Carnevale di Sciacca vide la sua prima comparsa nella metà dell’800 e attorno al 1860/70 si vide per la prima volta la presenza del Peppe Nappa, maschera tradizionale siciliana che venne adottata dalla città quale maschera per l’apertura del Carnevale e per la chiusura, quando a notte fonda viene bruciata sulla piazza principale tra fragorosi battiti di mano, canti e tanto rimpianto per la fine della festa. Le prime manifestazioni vengono ricordate come feste popolari alle quali solo successivamente furono aggiunte le sfilate. Nel tempo, il Carnevale si è evoluto sempre di più con la sperimentazione dell’amplificazione sonora, la grandiosità delle figure e i movimenti sempre più sofisticati.

Oggi il Carnevale di Sciacca costituisce per la città l’evento per eccellenza, una grandiosa macchina del divertimento, una festa di popolo e un immenso palcoscenico che, nei sei giorni che vanno dal Giovedì Grasso al Martedì successivo, coinvolge l’intera città richiamando innumerevoli visitatori. Elementi che contraddistinguono il Carnevale di Sciacca sono gli inediti inni e le musiche che accompagnano le sfilate durante i festeggiamenti.

La tradizione di Sciacca vuole che il corteo mascherato venga aperto dal carro simbolo della festa, il Peppe Nappa. A questo fa da contorno anche il famoso “lancio delle caramelle” dal carro sulla folla. Tutto ha termine quando Peppe Nappa viene bruciato l’ultima notte nella pubblica piazza in un rogo spettacolare alto 10 metri circondato dal fascino di fuochi barocchi piromusicali.

Quest’anno il Carnevale è in netta contraddizione con l’atmosfera che si respira in Sicilia, così come in tutta Italia. Diventa impossibile, oltre a essere rischioso, pensare a dei festeggiamenti con delle restrizioni, una vera e propria antitesi con lo spirito allegro e libero del Carnevale che celebra lo sfarzo, l’eccesso e l’allegria. Torneranno i momenti in cui il Carnevale e tutto il resto si riappropriare della loro essenza.

Foto Sicily Events – Facebook