Variante inglese in Sicilia, c’è paura per l’alta contagiosità. Cacopardo: “Accelerare con i vaccini”

Variante inglese in Sicilia, c’è paura per l’alta contagiosità. Cacopardo: “Accelerare con i vaccini”

SICILIA – Sale la preoccupazione anche in Sicilia per le varianti Covid. Ciò che fino a qualche giorno fa sembrava soltanto un’idea lontana adesso è realtà: nell’isola ci sono i primi casi accertati e potrebbero essere centinaia i casi sospetti. A preoccupare sono i pochi dati rilevati finora in merito ai “comportamenti” di queste nuove mutazioni, ma si sta cercando di capirne di più.

Sono tre le tipologie di varianti attenzionate finora: la variante inglese che risulterebbe maggiormente contagiosa (isolata per la prima volta nel settembre 2020 in Gran Bretagna), la variante sudafricana (isolata per la prima volta nell’ottobre 2020 in Sud Africa) e la variante brasiliana (isolata per la prima volta nel gennaio 2021 in Brasile e Giappone).

L’allarme in Italia

In Italia sta scattando l’allarme per l’invasione della variante inglese. Proprio questo pomeriggio, in occasione di una conferenza stampa, il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro avrebbe dichiarato che nelle prossime 5/6 settimane ci sarebbe un aumento esponenziale della variante di origine britannica nella nostra nazione. L’appello è quello di prestare massima attenzione, come sarebbe stato dichiarato dallo stesso Brusaferro, e gli effetti potrebbero ricadere anche sulle misure restrittive.

Il punto della situazione in Sicilia

È certa la presenza della variante inglese nella Regione, esattamente da giorno 10 febbraio quando i casi sarebbero ammontati a tre arrivando giorno 11 a quattro accertati . I casi sospetti invece adesso potrebbero già essere centinaia. Per quanto concerne la variante sudafricana ci sarebbe un caso che, tuttavia, non sarebbe stato ancora confermato e che riguarderebbe un prete rientrato in Sicilia dalla Tanzania giorno 29 gennaio e ricoverato nell’ospedale di Partinico il 4 febbraio. Inoltre, per adesso, non si segnalano casi di variante brasiliana in Sicilia, come confermato dal Dipartimento attività sanitarie e osservatorio epidemiologico dell’assessorato della Salute della Regione Siciliana.

Con il dilagare delle varianti, in particolar modo di quella inglese, emergono numerosi interrogativi tra cui, per esempio, i dubbi sull’efficacia dei vaccini. Ma per capire questo e altro è necessario un approfondimento: sulla situazione attuale è appena intervenuto ai microfoni di NewSicilia.it il professore Bruno Cacopardo, direttore del reparto di Malattie Infettive dell’ospedale Garibaldi Nesima di Catania (già intervistato lo scorso novembre sulla situazione Covid).

Cos’è la variante inglese: già presente in Sicilia, scatta la procedura

Il professore Cacopardo spiega: “Noi sappiamo che la variante inglese sta circolando ampiamente in Italia e anche in Sicilia è presente. In merito ai nostri programmi aziendali, ma anche in altre aziende del Catanese, è scattata una procedura che nei casi di micro-clusters di focolai mira all’identificazione della presenza della variante inglese. Stiamo facendo alcune determinazioni per provare a identificarle insieme alla professoressa Stefani del Policlinico di Catania. Limpressione è che stia circolando anche nella nostra area e nel nostro distretto catanese. Il problema della variante inglese è l’elevata trasmissibilità, l’elevata contagiosità. Questa variante riesce a trasmettersi con delle cariche virali inferiori cioè è sufficiente una quantità di virus più bassa per trasmettersi. Il dato sulla letalità è controverso, io non sono fermamente convinto che sia più letale. Si tratta di un dato che necessita di dimostrazioni più chiare e più evidenti, certamente contagia di più e forse è più letale. Colpisce di più i giovani nel senso che nel giovane dove il ceppo selvaggio, che sarebbe il ceppo originario, non dava sintomatologia invece adesso determina sintomatologia: non è una valutazione in termini di gravità clinica bensì di sintomaticità”.  

I dubbi sull’efficacia del vaccino: bisogna accelerare con le vaccinazioni

Cacopardo chiara: “La variante è comunque suscettibile al vaccino, cioè il vaccino è efficace anche sulla variante inglese. La variante sudafricana non è affatto presente nella nostra area anche se non si può escludere, ma a mia conoscenza non è ancora stata identificata. Anche la variante brasiliana non è presente. Facendo riferimento a un articolo pubblicato sulla rivista ‘Nature Medicine’, viene confermata lefficacia del vaccino Pfizer su tutte le varianti finora conosciute. La mia esortazione è di accelerare i tempi di vaccinazione in modo da aumentare il più possibile la copertura perché le varianti danno problemi sul lungo termine. Se noi rallentiamo la somministrazione del vaccino il rischio è che la pressione selettiva esercitata dai pochi vaccinati che ci sono possa fare mutare il virus verso una variante non suscettibile al vaccino. Io credo che Moderna sia efficace sulle varianti, non so dire sulla brasiliana. Su AstraZeneca non sono sicuro ma ritengo che sulla variante inglese sia senz’altro efficace. Se prima l’ipotesi era quella di procedere con un certo ritmo, io questo ritmo lo accelererei. La presenza delle varianti deve stimolarci ad accelerare il ritmo di vaccinazione. Potrebbero essere presenti varianti che non si conoscono o che ci danno problemi. Dobbiamo quanto più possibile immunizzare la popolazione, creare un network immunologico contro il virus”.

Come si analizza la variante

“Basta un tampone molecolare e sul genoma estratto si fa il sequenziamento, cioè nucleotide per nucleotide l’RNA viene sequenziato in maniera da vedere se modificato a livello di singoli nucleotidi. Richiede più tempo, la ricerca delle varianti va fatta solo in determinate condizioni quindi se ci sono queste condizioni non c’è dubbio che la variante vada cercata attraverso il sequenziamento. Ci sono 24 ore in più di tempo necessario per le analisi. Diventa più pesante questo metodo ma non è da eseguire su tutti i pazienti come il tampone che comunque risulta positivo, poi se il caso è all’interno di un focolaio ad alta contagiosità si va a verificare la presenza della variante inglese”. 

Variante, dai sintomi alle cure: in Sicilia centinaia di casi sospetti?

“Si hanno gli stessi sintomi del Covid non mutato, i sintomi sono quelli. Adesso è impossibile fare una stima sui casi di variante, all’ospedale Garibaldi Nesima non siamo sicuri di avere casi ma stiamo verificando perché cè un sospetto. Considerando la contagiosità del virus io mi aspetto più casi, centinaia di casi. I meccanismi di contenimento (per esempio quarantena) e gestione terapeutica (cure) rimangono immutati, quella che varia veramente è la contagiosità”.

Covid e letalità: l’andamento del virus negli ultimi mesi

Il prof Cacopardo conclude: “Il virus di marzo sembrava più severo del virus di novembre, lo confermo. Che sia legato al virus non ci giurerei, potrebbe trattarsi anche di aspetti gestionali. In generale quello che io credo è che quando aumenta la circolazione del virus aumenta anche la letalità, c’è un appesantimento che ha un impatto sul sistema sanitario nazionale e dunque aumenta la letalità perché è più difficile gestire i casi. Adesso tutto è collegato al ritmo con cui vaccineremo, se vaccineremo bene le varie fasce e ridurremo la circolazione del virus si creerà un network immunologico che porterà piano piano il virus a circolare meno. Sarebbe prudente che non ci fossero intoppi (per esempio il caso dei ritardi dei vaccini), una cattiva gestione della vaccinazione potrebbe rappresentare un problema perché potrebbe aumentare la pressione selettiva sul virus e fare emergere delle varianti non suscettibili al vaccino, il che sarebbe veramente un problema. Quindi il ritmo deve essere incessante per esteso. In merito alla mortalità abbiamo più rimedi, più cure e più terapie. Conosciamo meglio il virus e sappiamo come gestirlo, certamente la malattia è una malattia che meno procede verso la Rianimazione e meglio è. La malattia va fermata precocemente“.

Immagine di repertorio