Catania, 300 ristoratori manifestano in piazza: “Liberateci, vogliamo lavorare. Vogliamo il nostri diritto al lavoro”

Catania, 300 ristoratori manifestano in piazza: “Liberateci, vogliamo lavorare. Vogliamo il nostri diritto al lavoro”

CATANIA – Si è svolto oggi in piazza Europa, a Catania, un incontro indetto dal comitato “Ristoratori Siciliani Indipendenti” nel pieno rispetto delle normative sul distanziamento per la prevenzione dal contagio del Coronavirus.

A intervenire ai microfoni di NewSicilia.it è stato Roberto Tudisco, portavoce del movimento a cui hanno aderito circa 300 ristoratori locali“Questo è un gruppo spontaneo, noi infatti ci dissociamo dalle vecchie associazioni di categoria, nasciamo per difenderci da soli dopo un anno in cui nessuno ci ha difesi. Da circa 4 mesi siamo ridotti alla fame in tutta Italia e siamo entrati in un gioco di pandemia in cui noi non centriamo perché con la nostra attività non abbiamo portato il virus in nessun posto, tanto che da 4 mesi siamo chiusi e il virus ha colpito lo stesso”.

Conclude: “Quindi chiediamo di essere liberati perché abbiamo bisogno di lavorare. Non abbiamo ricevuto nessuna assistenza a parte i ristori che ha fornito il Governo che sono solo un’elemosina. Ci hanno usato come capro espiatorio. Ora ci siamo stancati perché non abbiamo più soldi per far vivere le nostre famiglie”.

Interviene sul caso anche Piera Giuffrida, ristoratrice catanese intervenuta per manifestare: “Siamo qui per fare capire che noi esistiamo, siamo un’Ente che deve vivere in maniera dignitosa, dobbiamo mangiare noi, i nostri figli, i nostri dipendenti e le loro rispettive famiglie. Ma questo non sta accadendo perché ci è stato tolto tutto, dalla dignità al rispetto.

“Da 4 mesi non riceviamo lo stipendio e non sappiamo come andare avanti. Siamo stati abbandonati, derisi e calpestati. Chiediamo in maniera educata una risposta: perché siamo tra i settori eliminati dalla categoria del lavoro? Come dobbiamo andare avanti? Le associazioni di categoria ci hanno abbandonato e dobbiamo fare tutto da soli”, prosegue.

Conclude: “È diritto di ogni essere umano lavorare e loro ce lo hanno tolto. Perché non possiamo aprire a pranzo e cena come tutti? Come i centri commerciali o i panifici, vogliamo aprire in maniera dignitosa. Abbiamo rispettato le leggi, dimezzato i posti ai tavoli, messo igienizzanti, speso soldi per mettere in sicurezza i locali e ora da 4 mesi siamo chiusi ininterrottamente nonostante tutto. Chiediamo che venga rispettato il nostro diritto al lavoro.

Mentre i ristoratori manifestano con proteste “veementi” acclamate all’unanimità, sul posto sono presenti ingenti numeri di veicoli delle forze dell’ordine.

Previsto un nuovo evento il prossimo venerdì in piazza Duomo, a Catania: la minaccia è quella di arrivare alla Regione di Palermo.