Covid, dal 15 febbraio SÌ a spostamenti e scii: tutta “colpa” della Crisi di Governo che rischia di far decadere le restrizioni

Covid, dal 15 febbraio SÌ a spostamenti e scii: tutta “colpa” della Crisi di Governo che rischia di far decadere le restrizioni

ITALIA – Crisi di Governo e Coronavirus non vanno molto d’accordo, lo si capisce soprattutto se si guardano le date delle scadenze di alcune restrizioni. Se si legge l’ultimo Dpcm firmato dall’ormai ex Premier, Giuseppe Conte, si potrà vedere come il 15 febbraio sia la data di scadenza dei divieti di spostamenti tra regioni e della riapertura delle piste da scii. Le altre misure previste dal “vecchio” Governo scadranno invece il prossimo 5 marzo.

Potrebbe essere questo il primo compito di Mario Draghi, Presidente del Consiglio incaricato – che ieri ha accettato con riserva l’incarico -, prorogare i divieti di spostamenti tra regioni e sciare. Bisognerà vedere quale sarà la linea del nuovo governo centrale italiano.

Secondo quanto riportato da Repubblica, sembrerebbe che il Governo attuale (per così dire, gli ultimi sprazzi di Conte) potrebbe prendere una decisione sugli impianti da scii in attesa del parere del Comitato tecnico scientifico. Questo per rispettare le esigenze dei proprietari dei vari impianti, i quali devono sapere se conviene o meno per loro riaprire. Si pensa anche a una soluzione parziale, che consentirebbe la riapertura solo agli impianti delle regioni in zona gialla.

Più complessa appare la decisione per quanto riguarda la proroga o meno del divieto di spostamento tra regioni. Trattandosi infatti di una limitazione delle libertà personali la decisione dovrebbe arrivare tramite provvedimento del Premier (attualmente Conte), ma seguendo un iter molto più lungo comparato a quello delle piste da scii. Infatti, il provvedimento potrebbe arrivare solo su richiesta del Ministro della Sanità.

Bisognerà vedere anche chi sarà confermato oppure no dal nuovo esecutivo. Il rischio di tornare a circolare liberamente tra regioni dal 15 febbraio prossimo c’è.

Immagine di repertorio