Riflessioni sul femminicidio di Caccamo

Riflessioni sul femminicidio di Caccamo

SICILIA – La Sicilia è rimasta sconvolta negli ultimi giorni dall’ennesimo caso di femminicidio avvenuto a Caccamo e che ha avuto come vittima una ragazza di soli 17 anni, Roberta Siragusa.

Il corpo di Roberta è stato trovato in fondo a un burrone, orribilmente martoriato, e del delitto è stato accusato il fidanzato della giovane, Pietro Morreale.

Dai racconti che emergono in seguito a questo terribile delitto, Morreale era da sempre molto geloso della fidanzata, una gelosia così morbosa “da aver impedito a Roberta di interrompere la relazione con lui e di avvicinarsi magari, come desiderava, ad un altro giovane, nel timore che qualcosa di grave potesse accadere a lei e alla sua famiglia” – come si legge nell’ordinanza che ha portato all’arresto del fidanzato di Roberta.

Quello di Caccamo è purtroppo solo l’ultimo in ordine di un tempo di una tragica catena di episodi di femminicidio in cui la donna diventa oggetto di una violenza cieca da parte del proprio partner, nella maggior parte dei casi in seguito alla decisione di interrompere la relazione sentimentale.

Questi episodi di violenza non sono improvvisi ma sono sempre preceduti da segnali che non è facile cogliere, soprattutto all’interno di una relazione amorosa, ma a cui è fondamentale imparare a dare il giusto peso per prevenire episodi di questo tipo.

L’uccisione di una donna non è dunque che l’atto finale di un continuum di violenza che può essere di tipo economico, psicologico o fisico. Ma che cosa è il femminicidio? Usando le parole di Pierre Bourdier, si tratta della “forma suprema, perché la più sottile, la più invisibile” di dominio dell’uomo sulla donna.

Il rapporto tra uomo e donna è complesso e non è scritto dalla biologia. La violenza di genere affonda le sue radici nello squilibrio relazionale tra i sessi, nel desiderio di controllo e di possesso che è sempre più forte nel genere maschile. Le sue espressioni più difficili da sradicare si annidano nelle relazioni quotidiane, all’interno della coppia e della famiglia.

Il partner violento considera la donna un oggetto di sua proprietà di cui poter disporre a suo piacimento. Quando la donna prova a porre fine alla relazione e ad affermare la propria soggettività, ciò scatena la rabbia dell’uomo che può arrivare fino alla violenza estrema dell’omicidio.

La donna vittima di violenza fa spesso fatica a denunciare a causa del legame di dipendenza che si viene a creare con l’aggressore e in quanto tali atti maturano nell’ambito di una relazione sentimentale.

È fondamentale, al fine di evitare che tali episodi si ripetano, promuovere programmi di prevenzione sin dalla scuola e sensibilizzare sull’importanza per la donna di riconoscere subito i segnali di una relazione violenta e di denunciare senza paura perché di amore non si può morire!