L’odierno sistema sanitario ed i suoi attori

L’odierno sistema sanitario ed i suoi attori

Domenico Grimaldi

La Sfida più complessa per il nostro sistema sanitario è quella di prendersi cura di una persona anziana affetta da più malattie croniche, nella difficile ricerca di una corretta sintesi fra qualità delle cure e compatibilità del sistema sanitario.

La nostra quotidiana realtà professionale risente, sempre più pesantemente, di questa esigenza tanto che, in ogni contesto, viene a viva voce richiesta appropriatezza, che non può essere vista solo sotto l’aspetto economico, non tenendo in considerazione la qualità di vita della persona malata, le sue prospettive e la unicità di ogni singolo malato, di cui dobbiamo aver cura.

Di sicuro occorre un nesso fra la diagnosi e la terapia, tuttavia al di là di ogni altra considerazione, deve esserci sempre una motivazione delle scelte di cura effettuate sulla base delle singole situazioni cliniche. L’enfasi del problema delle risorse destinate alla sanità ed alla persona malata, non può determinare una prepotente egemonia dell’economia sulla vita dell’uomo, impedendo di fatto di mettere al centro del sistema l’uomo ed il bene comune.

Non si scopre nulla di nuovo nel dire che a causa della disuguaglianza nell’uso del servizio sanitario, i più deboli sono più penalizzati nel far valere i propri diritti costituzionalmente garantiti.

Mi pare di poter affermare che nonostante le condizioni economiche, culturali e sociali, a ciascuno si deve garantire la migliore risposta possibile ai bisogni di salute senza differenze causate da problemi di natura economica.

Dobbiamo certamente ottimizzare l’uso delle risorse con la sistematica ricerca della migliore efficacia, tuttavia tutti gli attori del servizio sanitario devono collaborare attivamente al raggiungimento dei migliori risultati, al minor costo possibile, senza delegare ad altri le proprie oggettive responsabilità, con l’intento di non essere controllabili circa l’appropriatezza d’uso delle stesse risorse, in violazione costante di leggi e norme regolamentari, a danno dei colleghi che operano quotidianamente in prossimità dei malati.

Nonostante le leggi, i regolamenti ed il buon senso, sembra che molti abbiano deciso di non assumersi le responsabilità dovute al ruolo ricoperto, ribaltando le proprie responsabilità in ogni sede ad altri, con l’intento di sfuggire ad eventuali controlli di metodo e di merito.

Non può essere sottaciuto che pur essendo noti i problemi, nessuno di quelli che ne hanno responsabilità, per il ruolo ricoperto nel servizio pubblico, sembra abbiano voglia di cimentarsi, pur avendone gli strumenti, in questa basilare battaglia di principi e di cultura, ormai inderogabile.

Mi sembra allora inevitabile che, al di là di altre considerazioni possibili, i professionisti che caricano sulle loro spalle il peso di una quotidiana attività, a contatto con i malati, possano essere gli unici a dover sostenere l’applicazione di norme, non sempre agevolmente interpretabili ed applicabili, che non tengono conto del contesto e della mancata sinergia degli altri attori senza considerare che a volte tali norme sono inique e scarsamente applicabili perché dimostrano avere in scarsa comprensione l’uomo, senza considerare la assente o quasi nulla partecipazione alle vicende personali del malato.

Una buona pratica medica deve essere aggiornata, basata su conoscenze consolidate, ma un vero medico non può non considerare l’aspetto umano nel rapporto col malato. La medicina è sorta dal desiderio umano di soccorrere un altro uomo sofferente, per cui il medico deve partecipare ai problemi di un malato, debole per la sua sfortunata condizione, che quotidianamente incontra ostacoli, spesso insuperabili, nell’accesso alle migliori cure.

La questione di base è che l’etica in medicina, riguardo le risorse disponibili, deve essere in grado di costruire una lista di priorità, agendo in maniera sinergica su territorio ed ospedale, unico metodo per raggiungere la centralità del malato, assicurando a ciascuno le migliori cure possibili nel rispetto del buon uso delle risorse comuni, non dimenticando che la medicina si occupa di guarire, ma anche spesso di curare e di prendersi cura!