Dispersione scolastica in Sicilia, l’istruzione ai tempi del Coronavirus e le soluzioni: DATI e INTERVISTE

Dispersione scolastica in Sicilia, l’istruzione ai tempi del Coronavirus e le soluzioni: DATI e INTERVISTE

SICILIA – Il Coronavirus, come ben sappiamo, ha inciso negativamente su tanti ambiti, tra i quali spicca quello scolastico. La dispersione scolastica in Sicilia e in Italia, così come i vari problemi irrisolti emersi in maniera dirompente negli ultimi mesi, ne sono la dimostrazione.

Nonostante la graduale ripresa in presenza al 50% nelle scuole medie e superiori d’Italia e le varie soluzioni alla pandemia, come la didattica a distanza, sembrerebbe comunque in aumento il grado di dispersione scolastica degli studenti, anche tra quelli più piccoli. Questo almeno, secondo una ricerca della comunità di Sant’Egidio.

Dispersione scolastica in Sicilia: i dati

L’indagine ha coinvolto un campione di minori2.800 ragazzi – (di scuola primaria e scuola secondaria di I grado) che frequentano i centri pomeridiani gestiti dalla Comunità, conosciuti come “Scuole della Pace” in diverse scuole di dodici regioni e hanno evidenziato effetti preoccupanti di dispersione causati dalla pandemia. Secondo i dati raccolti dalla comunità, almeno uno studente su 4 è considerato a rischio dispersione, in quanto le assenze ingiustificate dalle lezioni riguardano il 24% di bambini e ragazzi (che sono più di 3 al mese nel 19,5% dei casi). Il numero degli studenti non iscritti o non frequentanti, fra quelli considerati dall’indagine, ha raggiunto il 4%.

Anche NewSicilia.it ha fatto un sondaggio interno regionale, con diverse scuole del territorio siciliano e ha raccolto dei dati in merito alla dispersione scolastica causata dalla pandemia di Coronavirus in Sicilia.

La situazione nell’Ennese

La prima intervista riguarda la Prof.ssa Viviana Ardica, dirigente di due istituti a Troina (Enna). Secondo quanto dichiarato dalla docente, la situazione nel comune dell’Ennese sarebbe “in controtendenza rispetto ai dati nazionali, forse perché viviamo in un piccolo centro, che rappresenta un territorio più facilmente controllabile. Abbiamo 55 ragazzi che escono dalle quinte classi del superiore e ne abbiamo iscritti 76. Per quanto riguarda la scuola media abbiamo, invece, il 100% delle iscrizioni, così anche alla scuola primaria“.

Situazione bene o male tranquilla nel comune in provincia di Enna, ma con un grande problema che riguarda le scuole dell’infanzia. Secondo le parole della Professoressa Ardica, infatti, la causa di tale calo di iscrizioni sarebbe da correlare “al calo delle nascite nei paesi di montagna dell’entroterra siciliano“. Ciò non toglie che a Troina, comunque, i casi di dispersione scolastica “ci sono stati“. Un dato, comunque, non preoccupante per la salute scolastica del territorio, dato che “in Dad sono stati registrati circa due casi di dispersione. Si tratta ovviamente di un dato che riguarda Troina, Gagliano e Cerami“.

Questi dati, secondo le parole della dirigente scolastica Viviana Ardica, sono stati possibili grazie alla collaborazione tra scuola, enti locali, osservatorio della dispersione scolastica e assistenti sociali. “L’osservatorio fa nel nostro territorio un grande e immediato lavoro – conclude la Professoressa Ardica -. L’anno scorso per esempio ho avuto 3 casi di dispersione in Dad alla scuola media, che sono stati immediatamente recuperati grazie al mio intervento e a quello dei docenti. Ho avviato un progetto con la psicopedagogista dell’osservatorio della dispersione scolastica dell’ufficio regionale e siamo così riusciti a recuperare 3 ragazzi che non si collegavano“.

La situazione nel Catanese

Il secondo intervento è della Professoressa Lucia Maria Sciuto, dirigente scolastica del Liceo “Marchesi” di Mascalucia. Nell’Istituto catanese, come confermato dalla preside, le iscrizioni si sono concluse molto bene. Abbiamo 345 iscritti per l’anno prossimo. Di più rispetto a 4 anni fa. Stabili negli ultimi 2 anni. 3 anni fa abbiamo avuto un incremento più forte e abbiamo dovuto fare selezione allo Scientifico (10 sezioni). Oggi c’è più equilibrio tra i 3 indirizzi. Il numero complessivo è sempre superiore a 340″.

La situazione resta comunque complessa per l’anno in corso, soprattutto per i problemi causati dal Coronavirus. “Abbiamo avuto casi diversi – afferma la dirigente Sciuto –. Studenti demotivati perché da soli con il monitor, non trovando supporto né a casa né con i compagni, hanno preferito la latitanza virtuale intermittente. Intendo dire che hanno cercato di evitare le lezioni e le verifiche in cui si sentivano particolarmente vulnerabili. Su questa tipologia di dispersione potenziale è possibile intervenire solo attraverso strategie di didattica personalizzata e con accompagnamento reale e virtuale. Speriamo di riagganciarli in presenza“.

E conclude con un riflessione a tutto tondo: “In generale si registra una maggiore demotivazione all’attività a distanza, una maggiore stanchezza generale, una tendenza all’apatia. Il rimedio sarebbe quello di tornare a una ‘nuova’ normalità in tempi brevi. Dico nuova perché, questi 10 mesi di Coronavirus hanno accelerato molti processi già in atto e, a mio avviso, sarà utile e produttivo tesaurizzare quanto maturato e ottenuto, in termini di esperienza personale, esperienza professionale, risorse materiali, in questo periodo di sospensione e dolore. Ritengo che ci vorrà un grandissimo e continuativo sforzo di tutta la comunità educante per ristabilire equilibri andati in frantumi. Come risposta confido nella professionalità del personale scolastico e nella ripresa efficace dei ‘servizi alla persona’, trascurati nell’ultimo decennio, dai governi, per eccesso di tagli economici pubblici”.

Se la maggior parte degli studenti continua a scegliere i licei (circa 62,50% contro il 26,4% degli istituti tecnici e l’11,2% degli istituti professionali in Sicilia), tanti decidono poi di cambiare scelta in corso d’opera, spesso dopo l’inizio delle lezioni.

Lo conferma la professoressa Anna De Francesco, dirigente scolastica dell’Istituto De Felice di Catania. “Gli istituti tecnici e professionali sono in disperazione per questo. C’è un incremento del 3,7 (rispetto all’anno scorso) dei licei a discapito dei tecnici. Tanti arrivano in ritardo e ciò scompensa l’organico”. Nel suo intervento sulla dispersione scolastica la preside avverte anche di un altro grave problema: “Tanti ragazzi attualmente in terza media non hanno ancora effettuato l’iscrizione”. Un dato preoccupante, incrementato dalle difficoltà che a volte si presentano ai genitori meno abili con i dispositivi tecnologici per effettuare l’iscrizione online: “Un 30% ha effettuato l’iscrizione in presenza perché aveva difficoltà a seguire la procedura online”.

Sono tanti i problemi in tempo di pandemia, ma fortunatamente gli istituti tecnici non sembrano registrare un tasso preoccupante di dispersione scolastica: “Non abbiamo avuto un particolare aumento della dispersione, nonostante la pandemia. L’aumento, se c’è stato, è stato leggero e non significativo, conferma la professoressa De Francesco.

Le necessità legate alla Dad e il denaro giunto dal Miur hanno poi dato una spinta in più per rendere la scuola più adatta a fronteggiare le lezioni da remoto e rispondere alle nuove esigenze degli allievi: “Con i soldi del Ministero abbiamo incrementato la rete interna. Abbiamo avuto finanziamenti per le connessioni. Ci arriveranno 23 nuove card per la connessione, valide per 12 mesi, e le daremo ai ragazzi. Abbiamo acquistato anche diversi dispositivi per i ragazzi che hanno fatto richiesta”.

L’ultima intervista vede come nostra interlocutrice la professoressa Concetta Drago, dirigente dell’Istituto Comprensivo “G. Macherione” di Calatabiano. I dati sulle iscrizioni, fortunatamente, non sembrano essere preoccupanti: “Le iscrizioni appena concluse ci hanno restituito dei dati in linea con quelli dello scorso anno”.

Anche se la dispersione scolastica continua a essere un problema, sembra che l’emergenza sanitaria non abbia giocato un ruolo dominante negli ultimi mesi: “Purtroppo abbiamo registrato qualche caso di dispersione scolastica, non attribuibile direttamente alla didattica a distanza. Quest’anno, infatti, tranne che per poche settimane, le attività didattiche della nostra scuola si sono svolte in presenza”.

La dirigente ha comunque confermato la volontà di non sottovalutare questa “piaga” dell’istruzione siciliana e di essere pronta a mettere in campo ogni mezzo per ridurre il più possibile i casi di abbandono: “Il fenomeno della dispersione scolastica rimane comunque un problema che non stiamo sottovalutando. Abbiamo attivato tutte le procedure del caso e siamo costantemente in contatto con le altre figure di riferimento presenti sul territorio per contrastare questo fenomeno”.

L’abbandono scolastico è tutt’altro che un problema nuovo. Attribuire il tutto alla pandemia sarebbe solo l’ennesimo tentativo di sostenere che ogni disagio della società contemporanea sia attribuibile alla questione sanitaria e non solo aggravato da questa. I dirigenti scolastici siciliani, però, conoscono bene i dati e per questo sanno che il fenomeno della dispersione scolastica non può essere analizzato separatamente rispetto ad altre questioni sociali e legate al sistema scuola nel suo complesso.

Come si può reagire? Lo spiega la professoressa Drago, concludendo il proprio intervento con queste parole: “Quasi mai l’abbandono scolastico e la dispersione in genere sono riconducibili a un unico fattore. Di solito è il risultato di diversi elementi, quali i fattori legati al funzionamento della scuola, alla sua organizzazione e alla sua cultura oltre che al background socioeconomico che impatta sia sulle motivazioni allo studio che sulle ambizioni educative e occupazionali degli studenti. In questi ultimi due anni scolastici il fenomeno si è ulteriormente aggravato anche per gli effetti del lockdown. Ritengo che, per poter incidere in modo significativo sul fenomeno della dispersione scolastica, la Scuola debba rivedere le procedure di valutazione e formazione degli studenti e soprattutto investire sulla formazione e motivazione degli insegnanti“.

Immagine di repertorio