Deepfake: la nuova intelligenza artificiale che ci ruba volto e voce

Deepfake: la nuova intelligenza artificiale che ci ruba volto e voce

ITALIA – È sempre maggiore la diffusione dei deepfake, ossia foto, video e audio creati grazie ad un’intelligenza artificiale (AI) partendo da immagini e video reali. Il software, cioè, innesta nella foto o nel video di partenza, in modo estremamente realistico, il volto di un’altra persona facendo credere che sia quella iniziale. Col rischio di far dire o far fare a quest’ultima cose che non ha mai detto né fatto, danneggiandola gravemente. Insomma, è un vero e proprio furto d’identità

Se fino a pochi anni fa la tecnica del deepfake veniva impiegata solo in ambito cinematografico, oggi basta un’app per smartphone per utilizzarla. Quante volte sui social abbiamo visto video di leader politici che dicevano cose che non avrebbero mai detto? Era un caso di deepfake, spesso utilizzato per schernire il politico di turno e screditarlo.

Danneggia l’autodeterminazione informativa

È un mezzo che può colpire anche personaggi famosi o persone comuni, ad esempio associando il volto reale ad un corpo nudo e configurando, così, un caso di deepnude. Tutto ciò all’insaputa della persona a cui appartiene l’immagine o il video di partenza. 

Insomma, i deepfake possono arrivare a privare gli individui dell’autodeterminazione informativa (“ciò che voglio far sapere di me lo decido io”), come pure ad incidere sulla loro libertà decisionale (“quello che penso e faccio è una scelta su cui gli altri non possono interferire”).

Le linee guida del Garante per la Privacy

A causa dei suoi effetti estremamente dannosi, il Garante per la protezione dei dati personali ha delineato un vademecum, che aiuta gli utenti a riconoscere i casi di deepfake e a segnalarli.

Per prima cosa, sarebbe bene non diffondere immagini personali o cancellarle se già pubblicate, sperando che qualcuno non se ne sia già appropriato. Si badi bene che, in taluni casi, la foto può restare sul web per sempre.

Inoltre, si può imparare a riconoscere un deepfake. L’immagine sarà sicuramente pixellata e gli occhi e la bocca si muoveranno in modo strano o saranno più grandi del normale.

Se si ha il dubbio che il video sia stato creato e divulgato all’insaputa della persona a cui appartiene, non bisogna assolutamente condividerlo e sarebbe bene segnalarlo come falso alla piattaforma che lo ospita (ad esempio, un social network).

Se si ritiene che il deepfake configuri un reato (ad esempio di cyberbullismo o revenge porn) o che abbia violato la privacy di qualcuno, a seconda dei casi va segnalato alla Polizia Postale o al Garante per la Privacy.

Immagine di repertorio