Decreto milleproroghe, associazioni denunciano scomparsa moratoria sulle estrazioni: “Rischio sismico e ambientale”

Decreto milleproroghe, associazioni denunciano scomparsa moratoria sulle estrazioni: “Rischio sismico e ambientale”

SICILIA – Le associazioni ADAcon, ASIA USB Sicilia, AssoCEA, MessinaAPS, Avamposto Eco Pantelleria Centro Consumatori Italia Comitato Popolare Antico Corso, C.N.G.E.I. – Sezione di Caltagirone, Dahalia Decontaminazione Sicilia, Forum Siciliano Movimenti per l’acqua e i Beni Comuni, Generazioni Future Sicilia, Il Ramarro, Legambiente, Circolo “Il Cigno” – Caltagirone, Legambiente Circolo “L’Anatroccolo” – Priolo Gargallo Solarino Floridia Libera, Associazioni, nomi e numeri contro le mafie NO TRIV – Coordinamento Nazionale, Rifiuti Zero Sicilia, Scicli Bene Comune, SUNIA, Zero Waste Sicilia hanno denunciato la scomparsa dal testo del decreto “milleproroghe” per il 2021, approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 23 dicembre, della proroga della moratoria delle operazioni di ricerca di idrocarburi nei mari del Mediterraneo.

Il DL n. 135/2018, cosiddetto “decreto semplificazioni”, ha previsto l’adozione di un Piano per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee (PITESAI), disponendo una moratoria delle trivellazioni fino all’approvazione del piano stesso. Il piano, a oggi, non è stato approvato dai ministeri competenti (Ambiente e Sviluppo economico) ma la proroga, inizialmente inserita nella prima bozza, è scomparsa dal testo approvato.

Questa omissione, collegata alle pressioni delle multinazionali, potrebbe comportare, nel 2021, la ripresa delle perforazioni sia a terra che in mare alla ricerca di gas e petrolio nel mar Jonio, Adriatico e nel Canale di Sicilia.

Chiediamo al governo di porre immediatamente rimedio! Mentre l’Europa chiede di ridurre le emissioni di Co2, l’Italia fa ripartire le trivelle e finanzia con 18 miliardi di euro le estrazioni fossili altamente inquinanti. Una politica intollerabile e distruttiva che richiede l’immediato avvio di una stagione di lotta che unisca tutti coloro che non si rassegnano alla distruzione dell’ambiente, bene comune, e del futuro delle nuove generazioni“, l’appello delle associazioni firmatarie.

In Sicilia, regione a forte rischio sismico, tra le zone di ricerca interessate vi sono anche aree particolarmente vulnerabili come le acque di Pantelleria e Favignana, i Nebrodi, le Madonie e altri territori nelle province di Catania, Ragusa, Caltanissetta, Siracusa dove la ricerca e l’estrazione di idrocarburi può portare danni incalcolabili, compromettendo paesaggio, mare e sottosuolo, che possono, a buon diritto, essere considerati Beni Comuni per eccellenza“, proseguono.

Assieme alle popolazioni interessate all’integrità dei propri territori, le associazioni firmatarie, chiedono che non venga ostruita la strada che porta alla transizione energetica verso le fonti di energia rinnovabili e si batteranno contro ogni inversione di rotta a favore dei combustibili fossili“, concludono.

Immagine di repertorio