Catania zona rossa? Dpcm e Coronavirus ci sono “ma non si vedono”. Bonaccorsi: “Chi resta chiuso va aiutato”

Catania zona rossa? Dpcm e Coronavirus ci sono “ma non si vedono”. Bonaccorsi: “Chi resta chiuso va aiutato”

CATANIA – A Catania il Coronavirus e i Dpcm ci sono “ma non si vedono“. Tutti in giro, come se fosse una normale giornata di una vigilia di Capodanno qualsiasi, ma non è così. Un pò come è successo nei giorni scorsi, stesso scenario della vigilia di Natale.

In merito alla questione abbiamo deciso di dar voce a uno dei tanti appelli di imprenditori e commercianti, come Salvatore Bonaccorsi, titolare del negozio di abbigliamento “#ILBONA BOUTIQUE” del viale Mario Rapisardi di Catania, già sentito ai nostri microfoni in pieno lockdown (clicca qui per leggere l’intervista integrale).

Un appello/denuncia puntando soprattutto i riflettori sulle decisioni dei vertici, chiedendo un’uniformità delle misure per tutti i lavoratori: “Perché aprire un negozio di abbigliamento per bambini e lasciare chiuso quello per adulti?“. Un messaggio a favore delle categorie a rischio, dalle discoteche ai ristoranti.

La situazione di oggi al viale

“Stamani mi sono svegliato e scendendo da casa ho potuto confermare ciò che avevo già constatato il 24 dicembre, la precedente vigilia, quando appunto eravamo già in zona rossa come oggi. Ho visto gente in giro fare compere. Una corsa per un Capodanno dove a mio parere ci sarebbe poco da festeggiare”.

Lappello al governo

“Preciso e premetto che la mia ‘accusa’ non è assolutamente verso il cittadino o verso i miei colleghi negozianti. La mia accusa vera e propria è verso un governo accanito su alcuni settori di abbigliamento, scarpe, ristoranti e altro. Se si stabilisce una zona rossa, e quindi un lockdown, si deve fare per tutti altrimenti chi resta chiuso va aiutato in tempo reale, non dopo mesi o anni. Io per esempio ho assegni con scadenza già da un mese e altri con scadenza di ieri. Il mio fatturato da settembre a oggi è calato approssimativamente dell’80%. La gente è impaurita, non sa cosa fare e ha pure ragione. Spero che se dovesse esserci un altro Dpcm, i signori tecnici si passino la mano per la coscienza e capiscano che chiudendo solo alcuni settori non si salva il mondo e che a noi eroi non lo dirà mai nessuno”.