“Gli ex lavoratori delle cave di pomice di Lipari prigionieri della Regione”, la denuncia dell’USB

“Gli ex lavoratori delle cave di pomice di Lipari prigionieri della Regione”, la denuncia dell’USB

LIPARI – Nel dicembre del 2005, appena 15 anni fa, con la scadenza delle ultime concessioni regionali per l’attività di estrazione, le miniere di pomice di Lipari cessavano la loro attività. Due anni dopo un’inchiesta della Procura di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) sanciva per l’azienda Pumex che “l’attività industriale era stata condotta in spregio alle norme della tutela dell’ambiente“.

Intanto, dal 2005, ci sono gli ultimi eoliani ex lavoratori delle miniere delle cave di pomice prigionieri della Regione Siciliana, nonostante sia stata approvata dall’Ars la legge che permette la loro stabilizzazione nel comparto pubblico regionale, obiettivo di ricollocazione lavorativa – a detta dei lavoratori -, che è stato un impegno personale del presidente del Nello Musumeci assunto in campagna elettorale nell’anno 2017, incontrando i lavoratori delle ex cave di pomice a Lipari.

Ed è a Musumeci, che Giovanni Savoca, Delegato Nazionale dell’USB, si è rivolto con una dettagliata lettera per chiedere “la collocazione definitiva dei lavoratori Ex Pumex SPA di Lipari ai sensi dell’art 14 della Legge Regionale 16 ottobre 2019 n. 17 (in S.O. GURS (p. I) n. 47 del 18 ottobre 2019 (n. 44)“. Richiesta che avviene a seguito della mancata applicazione della citata Legge Regionale.

La missiva integrale di Giovanni Savoca

Ormai più di un anno fa, nel mese di ottobre 2019, l’Ars ha approvato la Legge Regionale n. 17, la quale all’articolo 14 ‘Provvedimenti in favore dei lavoratori ex Pumex’ (norma non impugnata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e di conseguenza non soggetta ai controlli di legittimità da parte della Corte Costituzionale) prevede la possibilità per i lavoratori delle Cave di Pomice ex Pumex di Lipari di transitare nell’Area Speciale Transitoria ad Esaurimento, istituita presso la RESAIS SpA, Società Partecipata della Regione Siciliana, acronimo di ‘Risanamento e Sviluppo Attività Industriali Siciliane’ come previsto fra l’altro dall’art 1, della Legge Regionale 16 febbraio 1986 n 7.

Agli occhi della scrivente Organizzazione Sindacale appare quantomeno ‘singolare’ che mentre v’è l’interessamento di forze politiche di maggioranza e di opposizione, del Governo regionale e dell’Ars su tutto quello che si è cercato di fare e attualmente si sta facendo (avviando anche una sinergia con il Parlamento nazionale) per salvare i soggetti di cui all’art 64, della Legge Regionale 8 maggio 2018 n. 8, (anche se la stessa norma è stata dichiarata incostituzionale dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 194 del 2020), sia le forze politiche di maggioranza che hanno proposto la norma in oggetto quanto quelle di opposizione coinvolte al raggiungimento di questo obiettivo che riguarda i lavoratori ex Pumex, in questo lasso di tempo non siano intervenute per fare applicare una norma regionale legittima, voluta da tutto il Parlamento“.

Per sottolineare l’esigenza ormai indilazionabile della ricollocazione dei lavoratori in questione, Savoca fa presente a Musumeci “la ‘Decisione WHC-07/31.COM/24 del 31 luglio 2007 durante la 31ma Sessione’ del Comitato di Patrimonio Mondiale UNESCO, che chiedeva il collocamento dei Lavoratori Ex Pumex SpA di Lipari in struttura pubblica e la nota n. 41 Gab 2007 del 09 gennaio 2007 dall’Ufficio di Gabinetto dell’Assessorato al Lavoro della Previdenza Sociale della Formazione Professionale e dell’Emigrazione a firma degli Assessori dell’epoca al Territorio e l’Ambiente, Rossana Interlandi e dell’Assessore al Lavoro Santi Formica, proponeva ‘progetto obiettivo’ dalla durata di tre massimo sei mesi di formazione, prima della definitiva collocazione in struttura pubblica, garanzia dei livelli occupazionali e garanzia per le famiglie degli stessi lavoratori.

Dal 2007 (anno di chiusura della cave di pomice) ad oggi per una questione di ‘interesse pubblico’ l’intera comunità eoliana soffre perché 34 dei loro figli, lavoratori delle ex cave di pomice (qualcuno prossimo alla pensione e qualcun altro deceduto) si trovano ancora prigionieri di un ormai illegale ed infinito progetto obiettivo, in forza del quale la Regione eroga un sussidio ed una integrazione oraria-economica di 70 ore mensili e, così facendo, continua ad utilizzarli come lavoratori in nero per la Pubblica Amministrazione poiché privi di qualsivoglia riconoscimento sul piano contributivo/previdenziale presso l’Ente utilizzatore Comune di Lipari.

Ciò mentre non può trascurasi la evidente circostanza che le Isole Eolie costituiscono parte del Patrimonio UNESCO, frutto di un ACCORDO con lo Stato Italiano, e in questo ACCORDO rientrano la dismissione delle Cave di Estrazione della Pomice e tutte le conseguenze anche per quanto concerne i livelli occupazionali (Decisione WHC-07/31.COM/24 del 31 luglio 2007 UNESCO).

Questa Organizzazione Sindacale, stante l’infruttuoso trascorrere del tempo, la perdurante generale inerzia e la conseguente inapplicazione dell’art 14, della Legge Regionale 16 ottobre 2019 n. 17, in data 08 giugno 2020, dopo aver sentito il pro-tempore Presidente Resais SpA, ha inoltrato al medesimo istanza a tutela di tutti i lavoratori Ex Pumex, per l’attuazione della norma de qua. Tuttavia, né riscontro v’è stato né dalla consultazione degli atti amministrativi ed economici di gestione della Regione, risulta fino a questo momento posto in essere alcun intervento a favore per i lavoratori Ex Pumex, a differenza di quanto sta accadendo per altra categoria di lavoratori, che dovrebbero transitare presso Resais SpA, ovvero presso SaS, attraverso uno speciale Albo regionale, istituito per legge, la cui norma è già stata dichiarata illegittima, con la sentenza n 194 del 2020, dalla Corte Costituzionale“.

Concludendo, “al fine di scrivere la parola fine a questo lungo calvario subito dai lavoratori (e dalle loro famiglie)“, il sindacalista dell’USB chiede un intervento diretto di Musumecipresso i competenti uffici, onde consentire la definitiva collocazione degli stessi presso la Resais SpA, anche al fine di evitare inutili contenziosi a tutela dei lavoratori, derivanti soltanto dalla inspiegabile mancanza di volontà ad applicare una Legge Regionale vigente“.

Nota a cura di Orazio Vasta, Federazione del Sociale USB Catania