Ventotto dicembre 1908, il terremoto che distrusse Messina e più di 100mila vite: tra solidarietà e sciacalli

Ventotto dicembre 1908, il terremoto che distrusse Messina e più di 100mila vite: tra solidarietà e sciacalli

MESSINA – Accadde oggi, nel 1908, uno dei terremoti più tragici della storia d’Italia. Una scossa fortissima che distrusse case, chiese, edifici, ma soprattutto intere famiglie e cambiò per sempre il volto di Messina e Reggio Calabria. Un terremoto che partì dallo stretto e che unì del dolore due città separate da una lingua d’acqua. Il 28 dicembre del 1908, esattamente 112 anni fa, una scossa di intensità pari al 10° grado della scala Mercalli (che ne ha 12) rase al suolo Messina e Reggio Calabria e, si stima, uccise tra le 50mila e le 120mila persone.

Non solo un terremoto fortissimo, ma anche degli tsunami che spazzarono via le speranze di chi, sfuggito al crollo della propria casa, si era riversato in strada in cerca di salvezza. Le località più colpite furono Pellaro, Lazzaro e Gallico sulle coste calabresi; Briga, Paradiso, Sant’Alessio e fino a Riposto su quelle siciliane. Quel sisma è considerato come uno degli eventi più catastrofici del XX secolo e una della più grandi calamità che si abbatterono sull’Italia unita degli inizi del ‘900.

Il post sisma

Dalla tragedia alla solidarietà. Il tragico evento, secondo le testimonianze dell’epoca, smosse i cuori dei più dalla Sicilia fino agli Stati Uniti d’America. Si racconta di comitati spontanei per portare soccorso, passeggiate di beneficienza, donazioni di denaro e beni di prima necessità. Catania e Siracusa, le città più vicine, ospitarono nei propri ospedali, scuole e case private centinaia di feriti. Messina, ai tempi Mecca di turisti da tutto il mondo e città ricca, ricevette l’aiuto anche di Theodore Roosevelt, l’allora presidente degli Stati Uniti, che convocò d’urgenza il congresso. All’unanimità si decise di stanziare 50mila dollari in aiuto e di inviare ben 16 navi della flotta americana nelle zone colpite dal sisma.

Solidarietà e sciacalli

Purtroppo, di converso alla grande mobilitazione in aiuto di Messina, non mancò lo sciacallaggio. Malviventi, disperati e delinquenti vagavano per la città distrutta in cerca di oggetti da rubare tra le macerie. Alcuni di loro, colti sul fatto, vennero fucilati.

Tra solidarietà e sciacalli, passano gli anni ma certi contrasti non cambiano mai. Dopo e durante ogni tragedia siamo circondati da benefattori pronti a donarsi e da sciacalli pronti ad arricchirsi e ricevere consensi con le loro malefatte, talvolta mascherate da buone intenzioni. Dal terremoto al Coronavirus non è cambiato tanto. Circondati da chi sensibilizza e aiuta e da chi utilizza una tragica pandemia per i propri loschi scopi e negando l’innegabile.

Fonte immagine Wikimedia Commons