Testimoni di Geova, la Cassazione decide: “Possibile rifiutare una trasfusione per motivi religiosi”

Testimoni di Geova, la Cassazione decide: “Possibile rifiutare una trasfusione per motivi religiosi”

ITALIA – Il testimone di Geova potrà “prestare il consenso all’intervento chirurgico proposto dai medici e nello stesso tempo rifiutare, a motivo della propria fede religiosa, il trattamento di emotrasfusione eventualmente conseguente a tale intervento”.

È questo il contenuto della sentenza dello scorso 4 dicembre 2020 della Corte di Cassazione.

Secondo quanto disposto dalle autorità giudiziarie, il paziente testimone di Geova potrà rifiutare la trasfusione di sangue per rispettare la propria fede religiosa. Tuttavia, sarà necessaria una dichiarazione in cui emerga la volontà di rifiutare il trattamento anche in ipotesi di pericolo di vita.

Il caso che ha portato a questa interessante sentenza riguarda una giovane che, nel 2005, era stata sottoposta contro la propria volontà a ben 7 trasfusioni durante un intervento a Genova. Pare che il consenso firmato dalla paziente implicasse automaticamente anche l’accettazione dell’emotrasfusione, se necessaria.

Secondo la sentenza, non sarà possibile annullare il dissenso all’emotrasfusione a causa del consenso prestato a uno specifico trattamento sanitario. All’origine di questa decisione c’è la volontà del paziente, che decide di rifiutare la trasfusione per ragioni religiose. Il principio di libertà religiosa, infatti, è un diritto tutelato dalla Costituzione e come tale deve essere trattato secondo la Cassazione anche in casi come quello del 2005.

Immagine di repertorio