Catania, caso Ardizzone Gioeni: M5S chiede rimozione Commissario, Panvini risponde a tono

Catania, caso Ardizzone Gioeni: M5S chiede rimozione Commissario, Panvini risponde a tono

CATANIA – Continua il botta e risposta tra le deputate all’Ars e alla Camera del Movimento 5 Stelle Gianina Ciancio e Maria Laura Paxìa e Giampiero Panvini, commissario dell’Ardizzone Gioeni di Catania, iniziato nell’ottobre del 2019, quando in prima persona ci siamo occupati di due interrogazioni personali delle pentastellate formulate nei confronti dello stesso responsabile. Correva appunto l’ottobre 2019 e il commissario Panvini, in una lunga intervista, tra passato e presente, ci raccontava dell’Ardizzone e dei suoi trascorsi (clicca qui per essere riportato all’articolo).

Ad un anno di distanza, però, i riflettori si riaccendono a seguito di una nota stampa inviata dalle stesse deputate Ciancio e Paxìa, in cui si chiede la rimozione del commissario Panvini dal suo incarico e che vi riportiamo di seguito.

La richiesta del M5S

Dopo una lunga diatriba, cominciata prima di novembre, tra il commissario e gli ospiti dell’Ardizzone Gioeni, che ha determinato il distacco del riscaldamento dell’acqua calda per diversi giorni nell’ala destinata alle stanze dei non vedenti, adesso arriva l’ordine di immediata liberazione della stanza ai danni di una donna ipovedente ospitata presso l’istituto. Riteniamo non più rinviabile la rimozione di Panvini dall’incarico di commissario dell’Ipab di Catania“.

A dichiararlo sono le deputate all’Ars e alla Camera del Movimento 5 Stelle Gianina Ciancio e Maria Laura Paxìa che si dicono “incredule dopo aver letto la deliberazione n. 79 del 16 dicembre 2020” con la quale Giampiero Panvini, responsabile nominato dalla Regione Siciliana, ha disposto “la risoluzione del rapporto di convitto e del regime residenziale” nei confronti di una giovane donna ipovedente, Jessica Costa, che da anni vive e lavora nella struttura, nata appositamente per dare una mano a chi si trova in gravi condizioni fisiche di cecità.

Neppure la dura fase di diffusione del Coronavirus – sottolineano le Portavoce M5S – né il periodo di festività che ci accingiamo a vivere, sono riusciti a stoppare questa decisione, che prevede l’ordine di dimissione ed immediata liberazione della stanza, motivato da presunte violazioni di alcune fredde disposizioni di un regolamento interno.

Intimare l’allontanamento dai locali, in piena emergenza sanitaria, per di più a dei soggetti fragili, è un atto oltre che di scarsa sensibilità umana anche contrario alle norme vigenti (D.l. n. 34/2020 convertito in Legge n. 77/2020 art 17 bis ‘Proroga della sospensione dell’esecuzione degli sfratti di immobili ad uso abitativo e non abitativo’).

Le attuali e critiche circostanze che stiamo vivendo – sottolineano le deputate – avrebbero dovuto consigliare diversamente chi ha vergato l’ordine di espulsione della giovane ipovedente, soprattutto perché, in questo modo, si tradiscono i principi fondativi dell’Istituto per ciechi Ardizzone Gioeni, sorto grazie alla volontà testamentaria del Barone di San Vito nel 1884. Le priorità di ‘assistenza, educazione e istruzione’ – sottolineano le deputate – che lo stesso Statuto fondativo assegnava all’Istituto di beneficenza, evidentemente non sono bastate per trovare una soluzione ad un problema che, ci risulta, fosse via di definizione tramite apposita interlocuzione tra l’istituto e l’avvocato della giovane ospite, la quale ha già saldato i mesi di ottobre, novembre e dicembre e stava per formalizzare una proposta transattiva per saldare quanto dovuto.

Adesso – concludono Ciancio e Paxìa – tocca all’Assessore regionale alla famiglia Antonio Scavone mettere una pezza a questa situazione incresciosa con la definitiva rimozione dell’attuale commissario straordinario“.

Le dichiarazioni del Commissario Panvini

Dal canto suo, però, il Commissario Giampiero Panvini risponde alle accuse e dichiara: “Alla luce della solerzia mostrata dalle due parlamentari regionali Ciancio e Paxia, mi sarei aspettato che intervenissero per sanare le pendenze molto rilevanti dal punto di vista economico, relative alla posizione dell’utente che hanno menzionato. Stupisce, altresì, che entrambe sollecitino il sottoscritto a violare la legge: commettere irregolarità, ovvero a determinare un danno erariale nei confronti dell’ente. Piuttosto, mi sarei aspettato che, mosse da una disponibilità superiore a quella già mostrata dal sottoscritto nei confronti dell’interessata (la quale potrà sicuramente confermare), le due parlamentari provvedessero, come usano dire e fare gli esponenti del Movimento 5 Stelle, a ‘restituire’ parte delle loro indennità pagando le rette dovute, almeno sino ad annullare la rilevante e annosa morosità dell’utente in questione.

Sempre le stesse parlamentari, in precedenza pur sapendo che la caldaia non fosse a norma, e per questo spenta, mi sollecitavano a riaccenderla mettendo a repentaglio la sicurezza dell’edificio e degli utenti. A tal proposito si precisa che, lo spegnimento della caldaia non è avvenuto per un capriccio del sottoscritto, ma a seguito dei sopralluoghi dei NAS e del R.S.P.P sollecitati da esposti vari.

Il sottoscritto svolge questo delicato incarico di Commissario straordinario per risanare un ente trovato con circa 1.800.000 euro di debiti, che attraverso una condotta rigorosa è riuscito a rimettere in sesto e diventando uno degli enti più virtuosi della Sicilia.

In poche parole – conclude il dottor Panvini – la mia presenza serve per fare rispettare le leggi e non per violarle non senza attirarsi invidie e l’ira di coloro i quali come avvoltoi lucravano illegalmente sull’ente“.

Immagine di repertorio