Catania, flash mob di fronte al Tribunale contro i diritti negati ai magistrati: “Giudici in sciopero della fame da 11 giorni”

Catania, flash mob di fronte al Tribunale contro i diritti negati ai magistrati: “Giudici in sciopero della fame da 11 giorni”

CATANIA – A Catania un flash mob di fronte al Tribunale contro i diritti negati ai magistrati: “Solidarietà a Enza e Sabrina, in sciopero della fame da 11 giorni“, a parlare è la dottoressa Tiziana Falsaperla, rappresentate dell’associazione che porta avanti la lotta a favore dei lavoratori oppressi.

“Un flash mob davanti al piazzale antistante il Palazzo di Giustizia a Catania per esprimere solidarietà e vicinanza alle giudici onorarie di Palermo Enza e Sabrina, in sciopero della fame da 11 giorni a cui si sono aggiunti Giulia di Palermo e Livio di Reggio Emilia, questi ultimi malati oncologici. Dal Ministero, come da senatori e onorevoli della maggioranza, ad oggi solo un fragoroso silenzio, malgrado i magistrati onorari svolgano un ruolo fondamentale per l’amministrazione della giustizia e per questo chiedono che siano loro riconosciuti i diritti strettamente correlati alla funzione giurisdizionale, che da anni esercitano, adeguate tutele e garanzie assistenziali”, spiega.

La problematica – stando a quanto raccontato dalla rappresentante – esiste già da diversi anni e durante il periodo di pandemia è peggiorata notevolmente, quando dei colleghi giudici rimasti a casa a causa Coronavirus si sarebbero ritrovati senza alcuna entrata o alcuna forma di tutela da parte dello Stato.

Domani, dunque, alle ore 11 i giudici onorari di Catania, in contemporanea con altre città italiane, compresa la Capitale, saranno al fianco dei loro colleghi perché la marea partita da Palermo, che ormai ha raggiunto tutta l’Italia, non si fermi, per il pane e per le rose così come hanno fatto i lavoratori dell’industria tessile nel 1912. La toga e le rose (una rossa e una gialla) che i magistrati onorari terranno in mano saranno il simbolo di una protesta silenziosa contro chi ha calpestato il loro onore e la loro dignità per decenni e che ancora oggi rimane in silenzio o, peggio, afferma che la magistratura onoraria è uno strumento per mantenere il prestigio e le retribuzioni della magistratura di ruolo”, continua.

Prosegue: “La rosa gialla simboleggia il tradimento perpetrato non soltanto nei confronti dei magistrati onorari, sempre pronti a offrire i loro servigi per garantire la regolare amministrazione della giustizia, ma anche dei Nostri Padri Costituenti che con l’art. 1 della Costituzione hanno elevato il lavoro a fondamento del loro progetto politico, e che anche nel caso della magistratura onoraria è un messaggio rimasto in solitudine”.

“Come nel 1912 anche la mobilitazione della magistratura onoraria ha preso il via da tre donne che, lontane dallo stereotipo della femminilità fragile, impotente, lottarono e vinsero e noi marceremo con loro perché l’onda non si fermerà perché i cuori hanno fame così come i corpi”, conclude.

Immagine di repertorio