Babbo Natale, icona per i più piccini: dal rosso dell’abito alle curiosità che molti non sanno

Babbo Natale, icona per i più piccini: dal rosso dell’abito alle curiosità che molti non sanno

ITALIA – Chi porta i regali ai bambini che si sono comportati bene durante l’anno? Secondo la tradizione è Babbo Natale: un anziano signore panciuto con la barba lunga, vestito con giacca, pantaloni e cappello rossi, il tutto impreziosito da bordi bianchi di pelliccia.

Oggi è considerato una vera e propria icona delle feste in tantissime culture, simbolo indiscusso del Natale e attesissimo, ogni anno, da tutti i più piccini (e, perché no, anche dai grandi che ci sperano ancora).

Le origini: Babbo Natale… non per tutti

Nello specifico, la figura di Babbo Natale (nei paesi anglosassoni Santa Claus dall’olandese Sinterklaas), secondo l’ipotesi più accreditata, deriva da San Nicola, vescovo di Myra, a cui sono attribuiti diversi miracoli, tra cui la risurrezione di 3 fanciulli. Divenne così il protettore dei bambini, soprattutto a quelli più bisognosi, a cui decise di regalare tutta la sua ricchezza e a cui fu dato il compito di distribuire i doni e veniva celebrato il 6 dicembre.

Poi, invece, nel ‘500 la Riforma Protestante abolì il culto dei santi e il “testimone” di premiare i piccini più buoni passò a Gesù Bambino, mutando anche la data: il 25 dicembre, per Natale appunto. In alcuni paesi del Nord Europa, però, è ancora San Nicola a portare i regali e non Babbo Natale.

Ma non ovunque si chiama Babbo Natale: nei paesi germanici è Christkind (Cristo Bambino), tranne la Germania del Nord dove viene indicato con Weihnachtsmann (L’uomo di Natale). In Francia, poi, diventa Père Noël, Papá Noel in Spagna, Noel Baba in Turchia… Voce fuori dal coro, la Grecia: qui Babbo Natale è San Basilio.

Babbo Natale verde o rosso?

La figura di Babbo Natale, però, ha subito diversi “cambi d’abito” nel tempo. Si passa dal colore verde come tonalità dominante al rosso e bianco. Come mai questa differenza?

Si dice che, secondo la tradizione, San Nicola fosse vestito di verde, probabilmente per ricollegare la figura alla speranza e alla salvezza dati i miracoli compiuti. Anche nell’opera di Charles Dickens, “A Christmas Carol” si parla di 3 spiriti che vanno a far visita all’avido Ebenezer Scrooge: il Natale passato, presente e futuro. Proprio il primo spirito è Babbo Natale: un uomo che indossa un mantello verde con pelliccia bianca.

Per molto tempo, tra l’altro, i due colori andarono di pari passo ma ci fu un momento decisivo in cui si passò dal verde al rosso: questo avvenne quando il fumettista Thomas Nast, nella seconda metà del 1800, raffigurò in una sua vignetta Babbo Natale così come lo conosciamo oggi: abito rosso, barba e pancia pronunciata. Una credenza, tra l’altro, vuole che fu Abraham Lincoln a chiedergli di realizzare una caricatura del modello tedesco e così ne uscì un personaggio più ingrassato, ma poi è diventato un tratto caratterizzante che piace. Un Babbo Natale senza pancia, infatti, non può considerarsi oggi tale.

E la Coca Cola?

Sfatiamo subito un mito: non fu, quindi, la Coca Cola in una sua campagna pubblicitaria ad “inventare” Babbo Natale dato che, in questa sede, siamo già nel 1939 e la prima comparsa di Santa Claus in abiti rossi è antecedente, come spiegato.

A tal proposito, in Austria e in Germania pare che vi sia, negli ultimi anni, una vera e propria “protesta” contro Babbo Natale perché gli abitanti pensano che sia solo una trovata pubblicitaria della nota azienda. Si tenta, quindi, di riportare la tradizione, dando maggiore importanza a San Nicola, colui che è l’addetto vero e proprio alla consegna dei doni di Natale.

Dove abita Babbo Natale e con chi?

Ci sono diverse leggende nel mondo relative al luogo preciso in cui Babbo Natale dovrebbe abitare. Negli Stati Uniti, la sua casa è collocata al Polo Nord, esattamente in Alaska. Per i canadesi, invece, il re del Natale dimorerebbe vicino al Quebec e nel 2008 gli sarebbe stata consegnata anche la cittadinanza.

La celebre risata “Ho ho ho” altro non è che il codice postale “H0h 0h0” usato per le lettere spedite dal Canada al Polo Nord e la sequenza ricade in un raggruppamento collegato a Montreal, nella provincia del Quebec. Dal 1982, oltre 13mila impiegati delle poste, su base volontaria, rispondono alle letterine concretizzando un vero e proprio sogno per i più piccini.

In Europa, invece, si crede che sia residente in Lapponia o, per altri, in Svezia o Groenlandia. Insomma, in tutti i casi si tratterebbe di un posto freddo (temperatura ideale compresa tra i -30°C e i 18°C) dato che, nell’immaginario collettivo, il mezzo preferito per gli spostamenti è la slitta trainata da renne: in precedenza, però, pare che avesse usato anche mucche, cavalli, capre e asini, secondo altre tradizioni.

Una domanda gettonatissima dai più piccini è la seguente: con chi abita nel suo villaggio Babbo Natale? Pare che, attorno a lui, ci siano diverse figure che, secondo la tradizioni, sono: in primis, Jessica Maria Claus, sua moglie (e non la Befana come si crede); il Consiglio degli Anziani, organo esecutivo presieduto da Babbo Natale; gli elfi, assistenti in tutto e per tutto; le renne: Saetta, Ballerino, Schianto, Guizzo, Cometa, Cupido, Tuono, Lampo e Rudolph che illumina il cammino (secondo la poesia di Clement Clark Moore del 1823 “The Night Before Christmas“).

Tra carote, biscotti e scarpe

Come indicare a Babbo Natale la presenza dei bambini in un’abitazione e cosa fargli trovare – simbolicamente – al momento del suo arrivo? Paese che vai, usanza che trovi. Negli Stati Uniti, infatti, si lascia un bicchiere di latte e dei biscotti in dono, mentre in Inghilterra mince pie e sherry. I bambini, tra l’altro, in entrambe le località su indicate, lasciano una carota fuori dalla porta per le renne.

In Olanda e in Spagna, invece, si riempie una scarpa con del fieno e una carota e, prima di andare a letto, i bambini la mettono fuori casa, in attesa del loro tanto amato Babbo Natale.

Quel che è certo è che Babbo Natale e la sua attesa creano una magica atmosfera, soprattutto per i bambini che credono realmente, con l’ingenuità che li contraddistingue, che qualcuno sia capace di fare del bene per gli altri. Ed è bello pensare in tal senso. Dovremmo condividere un po’ tutti questa convinzione.