Sì al tampone ma occhio alle truffe, a Catania laboratori di analisi irregolari: le denunce dei NAS

Sì al tampone ma occhio alle truffe, a Catania laboratori di analisi irregolari: le denunce dei NAS

CATANIA – Il Coronavirus continua a circolare gettando nello sconforto anche chi non ne viene direttamente colpito. Tanti si sottopongono a controllo tramite test del tampone ma occhio alle truffe.

Il bilancio degli ultimi controlli, eseguiti dai NAS (Comando carabinieri per la tutela della salute), hanno permesso di appurare numerose irregolarità. Sono stati coinvolti dalle verifiche per l’esattezza ben 285 laboratori di analisi e in 67 di questi sono state scoperte delle violazioni.

Le verifiche si sono estese oltre la Sicilia ma rimanendo nella Regione spicca Catania. Nella città ai piedi dell’Etna si sono registrati diversi episodi significativi. Tra questi i carabinieri hanno ispezionato una profumeria trovando e sequestrando 16 kit diagnostici per ricerca anticorpi SARS-COV-2.

Questi ultimi erano di verosimile provenienza estera e destinati all’uso esclusivo di professionisti sanitari. Nello specifico tali test venivano nascosti in contenitori anonimi vicino la cassa a una temperatura non raccomandabile: conservati a temperatura ambiente quando in realtà si sarebbe dovuta rispettare la temperatura raccomandata compresa tra 2 e 8 gradi, con grave pregiudizio sull’efficacia diagnostica e conseguente inattendibilità dell’esito analitico.

Sempre a Catania, il responsabile legale e il direttore tecnico di un centro privato di analisi cliniche sono stati denunciati per aver usato, durante gli esami di laboratorio a carico del Servizio sanitario regionale, reagenti scaduti di validità, peraltro custoditi in celle frigorifere prive del dispositivo di controllo della temperatura. Dunque sono stati sequestrati 12 contenitori di reagenti e diagnostici in vitro il cui valore complessivo ammonta a mille euro.

Infine, ancora una volta nella città etnea, i militari hanno scoperto cinque laboratori di analisi convenzionati con il SSR che non rispettavano le procedure obbligatorie di inserimento degli esiti analitici ai test Covid-19 nella piattaforma regionale.

Immagine di repertorio