CATANIA – “Empio, crudele e disumano tiranno, non ti vergogni (…)?”. Con queste espressioni assai taglienti Sant’Agata si rivolge al suo carnefice, Quinziano, che aveva appena decretato che le “venisse lentamente” strappato il seno.
Il disumano tiranno, infatti, non poteva tollerare che una donna giovane, di buona famiglia e bella d’aspetto avesse deciso liberamente di fare della propria vita un dono totale al suo Dio, il Dio di Gesù Cristo, crocifisso e risorto, re di giustizia, d’amore e di pace.
La scelta cristiana di Agata, la sua adesione libera e intelligente agli insegnamenti del Vangelo urtava la prepotente arroganza del governatore romano Quinziano abituato, per la sua posizione e la cultura del tempo, ad avere persone e cose ai suoi piedi con la facoltà di usarne per il proprio piacimento e tornaconto.
Nel nome di Sant’Agata guardando con fiducia e speranza alla sua coraggiosa testimonianza di donna cristiana, martire della fede e della perfidia umana, vogliamo unirci nel ricordo portando alla attenzione per tante donne (purtroppo ancora troppe) vittima della arroganza prepotente di chi crede ancora oggi di potere disporre a proprio piacimento della vita altrui.
Il 25 novembre, in Cattedrale a Catania, alle ore 10, si terrà una messa pregando affinché le donne, oppresse da violenza fisica e psicologica, sappiano chiedere aiuto e ricevano sostegno concreto e pubblica solidarietà.
