“Dinamico con brio” e l’amaro scontro tra sogno e realtà

“Dinamico con brio” e l’amaro scontro tra sogno e realtà

CATANIA – Chi sono i veri prigionieri? Chi è legato alle convezioni o chi decide di non omologarsi alle idee della società scegliendo le diversità? Questo è il punto di domanda dell’interessante pièce “Dinamico con brio”, spettacolo d’apertura di “Prossimo Presente” nuovo cartellone di Teatro Argentum Potabile, compagnia teatrale diretta e ideata da Antonella Caldarella e Steve Cable.

Sul palco dello storico teatro Musco l’ottima regia di Antonella Caldarella, autrice anche del testo, racconta con leggerezza e senso di gioco la sensazione di una vita sospesa dei tre protagonisti, ospiti di una mai vista signora che dona loro, tra sogno e realtà, la possibilità di capire cosa vogliono ritornando alla vita di prima o rimanere legati ai propri desideri.

In una scena essenziale vestita dalle musiche originali di Andrea Cable, dai costumi di Noa Prealoni e dal disegno luci di Steve Cable gli eccellenti attori Iridiana Petrone, Valentina D’Amico e Alessandro Caruso al riparo dall’amara quotidianità danno sfogo alle loro paure e frustrazioni. Chiusi in una stanza di quest’ipotetica pensione felice, il cui unico regolamento è dare libero spazio alle emozioni piacevoli cancellando pianto e dolore, Ofelia, Leonide e Omar vivono il loro presente cercando di eliminare il passato che pian piano riemerge e in alcuni casi prende il sopravvento.

I drammi, i pensieri, i sogni e i turbamenti di tre esseri umani fragili legati alla speranza di una finta esistenza felice che tra bizzarrie varie e immagini surreali creati dal dialogo dei tre protagonisti accompagnano con il sorriso il pubblico presente in un particolare viaggio introspettivo votato alla riflessione sulla condizione dell’uomo e sul complicato mestiere di vivere una vita spesso soffocata dalle richieste di una società sterile e vuota, che non ascolta il ritmo del cuore di ognuno di noi ma preferisce soffocarlo pur di globalizzare ogni cosa secondo il concetto di giusto e buono voluto dal quotidiano presente che né perdona né ascolta.