Se marito e moglie hanno residenze diverse, dovranno entrambi pagare l’IMU

Se marito e moglie hanno residenze diverse, dovranno entrambi pagare l’IMU

La Cassazione, con ordinanza n. 20130 del 8 settembre 2020, ha pesantemente modificato e probabilmente sanzionato un comportamento spesso consolidato tra coniugi: ossia quello di mantenere due residenze diverse su altrettanti immobili.

Spesso accade infatti che i coniugi, sin dal giorno del matrimonio o in costanza dello stesso, per motivi di natura fiscale decidano di dividere le proprie residenze, magari lasciando la stessa presso quella dei genitori, oppure indicando la residenza di uno dei coniugi presso la casa al mare o altra abitazione. Oppure ancora perché, per ragioni lavorative, uno dei due coniugi è costretto a risiedere principalmente presso una abitazione diversa da quella coniugale.

Fino alla pronuncia della Cassazione sopra citata, tale procedura determinava l’esenzione IMU prima casa per entrambe le residenze fissate dai coniugi, se in comuni diversi: la circolare n. 3/DF del 2012 del Ministero dell’Economia, stabiliva infatti che, in caso di componenti dello stesso nucleo familiare con residenza e dimora abituale in due Comuni diversi, è possibile considerare entrambe come abitazioni principali, visto che: “In tale ipotesi il rischio di elusione della norma è bilanciato da effettive necessità di dover trasferire la residenza anagrafica e la dimora abituale in un altro comune, ad esempio, per esigenze lavorative”.

La Cassazione invece, con una interpretazione opposta, nell’ordinanza in commento impone, ai fini dell’esenzione IMU prima casa, “la necessità che in riferimento alla stessa unità immobiliare tanto il possessore quanto il suo nucleo familiare non solo vi dimorino stabilmente, ma vi risiedano anche anagraficamente”.

QUALI CONSEGUENZE?

I riscontri che deriveranno da tale ordinanza saranno certo di non poco conto, considerando che per i coniugi che hanno fissato la propria residenza anagrafica presso immobili localizzati in due comuni diversi, nessuno dei due potrà fruire dell’esenzione IMU prevista per l’abitazione principale.

Non solo: il rischio concreto di ciò che potrebbe provocare tale pronuncia, consiste nel dare la possibilità ai Comuni di verificare se nelle abitazioni risiedano effettivamente entrambi i coniugi: in caso contrario potrebbe richiedere gli omessi versamenti Imu degli ultimi cinque anni.

In attesa pertanto che il Ministero dell’Economia e Finanza si faccia carico di disciplinare nuovamente l’esenzione IMU prima casa, anche e soprattutto dopo la pronuncia della Cassazione oggi in commento, sarà certamente opportuno in questa fase valutare attentamente la scelta residenziale che i coniugi porranno in essere, per evitare, in seguito, di vedersi contestato il mancato pagamento di svariate annualità IMU.