“Mafia” eredità del dialetto siciliano, è polemica per l’accostamento linguistico in un testo scolastico

“Mafia” eredità del dialetto siciliano, è polemica per l’accostamento linguistico in un testo scolastico

PALERMO – Sicilia=mafia. Certi stereotipi sono duri a morire. La lotta a scrollarsi via di dosso i pregiudizi diventa ancora più ardua se nelle scuole, i luoghi dove si dovrebbe insegnare ad approfondire la conoscenza e andare oltre, si adoperano libri di testo che diffondono concetti inesatti.

Come quello che si legge nel testo scolastico “Leggere è”, edito da Mondadori, nel quale la parola “mafia” è indicata come eredità del dialetto siciliano nella lingua italiana. La mafia, quindi, come prodotto esclusivamente siciliano, una sorta di marchio di fabbrica. Difficile non storcere il naso di fronte a questa similitudine, specie se si considerano gli altri esempi presi in esame nel paragrafo: accanto all’infelice “mafia (siciliano)”, infatti, troviamo “scoglio (genovese)” e “grissino (piemontese)”.

A far esplodere il caso è stata “una segnalazione di Emilio Corrao, componente del direttivo del circolo Libertà di Palermo“, della quale si sono fatti portavoce Antonio Ferrante, presidente della direzione regionale PD, e Aurora Ferreri, componente della direzione generale.

Fonte foto: Facebook – Antonio Ferrante

In una nota congiunta pubblicata su Facebook, i due esponenti politici dichiarano: “È vergognoso che la Sicilia e i siciliani vengano offesi in un testo scolastico, peraltro con un accostamento che di dialettale non ha proprio nulla“.

Ferrante e Ferreri aggiungono: “Una casa editrice storica e autorevole come la Mondadori dovrebbe sapere che non è ancora certa l’etimologia della parola mafia e che, in ogni caso, in da nessuna parte viene considerato un termine dialettale. Ma anche qualora così fosse, sarebbe altrettanto grave che venga scelto per rappresentare la Sicilia un termine che è sinonimo di dolore, morte e criminalità“.

Concludono: “Chiediamo alla Mondadori di ritirare immediatamente dal commercio il libro e, contestualmente, di porgere le proprie scuse ai siciliani. In caso contrario metteremo in campo tutte le azioni necessarie perché la Sicilia merita di essere conosciuta dai bambini per le sue bellezze e la sua storia prima che per una piaga che purtroppo non è circoscritta solo all ’interno dei confini della nostra Isola”.