Impugnare un testamento per incapacità di intendere e volere

Impugnare un testamento per incapacità di intendere e volere

Con il testamento ciascuno di noi, ha il diritto di disporre liberamente dei propri beni mobili e immobili, nel rispetto esclusivo delle quote di legittima che devono sempre essere tutelate (dunque di quote imposte dalla legge per garantire una quota di eredità ai parenti in linea retta). È utile che tale testamento venga redatto in tempo utile, sia nella forma del testamento olografo (ossia scritto di propria mano e conservato autonomamente), pubblico o segreto, affinché si eviti di creare, alla morte del testatore, guerre giudiziarie tra parenti e chiamati all’eredità.

In questo articolo in particolare, ci occupiamo dei casi di impugnazione del testamento per incapacità di intendere e volere del testatore.

Impugnare un testamento significa promuovere un giudizio davanti al Tribunale competente, citando tutti gli altri eredi e legatari per chiedere l’annullamento di tutte o alcune disposizioni testamentarie.

L’azione di impugnazione può essere promossa per due tipi di invalidità: la nullità e l’annullabilità.

NULLITÀ: quando contiene gravi difetti di forma oppure perché è contrario alla legge. Nel caso del testamento olografo, tali difetti possono riguardare l’autografia (nel caso in cui il testamento non sia interamente scritto di pugno dal testatore) e la mancanza della sottoscrizione.

ANNULLABILITÀ:  in caso di incapacità d’intendere e di volere del testatore o per minori difetti di forma del testamento, come per esempio la mancanza della data.

L’azione di impugnazione relativa all’annullamento del testamento va esercitata entro il termine di cinque anni dal momento in cui viene data lettura del testamento da parte del notaio ai chiamati all’eredità stessa.

CHI SONO I SOGGETTI INCAPACI DI INTENDERE E VOLERE?

Non possono fare testamento anzitutto i minorenni e gli interdetti con pronuncia del Tribunale.

Per gli altri soggetti, bisogna dimostrare l’esistenza di cause, anche provvisorie, che abbiano limitato la capacità di intendere e volere del testatore; si pensi a un soggetto sottoposto a una cura con psicofarmaci, affetto da demenza senile o Alzheimer.

Tali condizioni, se sussistenti al momento della redazione del testamento, limitano la capacità di intendere e di volere e possono determinare l’annullabilità del testamento. Bisognerà però dimostrare dettagliatamente in giudizio tale infermità.

In ogni caso, è sempre opportuno rivolgersi a un legale di fiducia, sia per la redazione del testamento che per la sua eventuale successiva impugnazione, al fine di trovare la giusta guida per ottenere il riconoscimento dei diritti tutelati dalla legge.