Cinque casi positivi nella sala parto del Policlinico di Catania. Dott. Liberti (Asp): “Si tratta di un medico e quattro ausiliari”

Cinque casi positivi nella sala parto del Policlinico di Catania. Dott. Liberti (Asp): “Si tratta di un medico e quattro ausiliari”

CATANIA – Si parla di mini focolaio all’interno dell’ospedale Policlinico di Catania, esattamente nella sala parto, dove al momento risultano accertati cinque casi di positività.

Le parole del dott. Liberti

La conferma ci arriva in queste ore direttamente dal Commissario ad acta dell’Asp del capoluogo etneo, dott. Giuseppe Liberti. “Si tratta di cinque casi positivi, un medico e quattro ausiliari“.

I soggetti si troverebbero già in isolamento domiciliare e si cercherà in queste ore, come da protocollo, di risalire alla cerchia di persone venute in contatto con i contagiati.

L’Assessore alla Salute Razza parla ai siciliani

Soltanto nelle scorse ore, l’Assessore alla Salute Sicilia Ruggero Razza – tramite un videomessaggio sui canali social ufficiali – ha tenuto il punto della situazione.

Nella nostra Isola l’andamento epidemiologico non è dei migliori: si conta un incremento dei positivi e dei deceduti (questo il bollettino aggiornato a ieri, sabato 3 ottobre). Quasi 7mila anche il numero dei tamponi effettuati.

Nuova stretta tra ordinanze e DPCM

Nonostante i tanti appelli da parte delle autorità, dall’Assessore alla Salute Sicilia al governatore Musumeci e per finire al Governo nazionale, sono pochi quelli che continuano a mettere in atto le disposizioni per prevenire ed evitare un nuovo lockdown, soprattutto sanitario.

Nei giorni scorsi il presidente della Regione Siciliana ha emanato una nuova ordinanza in cui viene obbligato ai siciliani di indossare la mascherina all’aperto in tutte le ore del giorno e della notte, e non più soltanto dalle 18 in poi.

La movida, secondo i primi rumors che emergono da fonti vicine a Giuseppe Conte, verrà “colpita” da un nuovo DPCM che metterà una stretta soprattutto per i locali: proprio quest’ultimi potrebbero vedersi obbligati ad abbassare la saracinesca alle 23, o addirittura alle 22.

Una situazione tragica che crea non pochi malumori ma che, a quanto pare, resta l’unica “strategia” da attuare per cercare di bloccare quel “mostro invisibile” – a cui molti continuano a non credere – che ha stravolto le nostre vite.

Immagine di repertorio