Catania, prolungato il “lockdown scolastico” per alunni con disabilità: oltre 400 giovani senza assistenza

Catania, prolungato il “lockdown scolastico” per alunni con disabilità: oltre 400 giovani senza assistenza

CATANIA – La Città metropolitana di Catania prolunga il lockdown scolastico per gli oltre 400 studenti con disabilità delle scuole superiori: pur potendo contare su cospicui finanziamenti regionali per diversi milioni di euro, fino al 31 dicembre, le Politiche sociali metropolitane non fanno partire l’assistenza igienico-personale.

Lo denuncia Lucrezia Quadronchi, psicoterapeuta e responsabile dello sportello Cisl per la disabilità “Orient’abilità”, che ha ricevuto numerose segnalazioni da parte delle famiglie, subito dopo l’avvio dell’anno scolastico 2020/2021 che non è stato uguale per tutti.

Ci troviamo di fronte alla palese negazione di un diritto costituzionale – afferma Quadronchi – e a un quadro di enorme confusione, con un incomprensibile rimpallo di responsabilità, nonostante l’amministrazione regionale abbia trasferito alla Città metropolitana catanese risorse per quasi 2 milioni di euro. Risorse da utilizzare fino a dicembre 2020 per progetti migliorativi e integrativi a favore degli studenti con disabilità, come deliberato dalla giunta regionale il 23 luglio 2020. Somme che si aggiungono a quelle non utilizzate per la seconda parte dell’anno scolastico passato, a causa della forzata chiusura delle scuole“.

Purtroppo – continua – dobbiamo registrare ancora una volta un inspiegabile irrigidimento del dirigente metropolitano presso cui permangono dubbi interpretativi e perplessità per applicare la deliberazione della Giunta regionale. Col risultato che tutto ciò si ripercuote negativamente sugli studenti e sulle loro famiglie, impedendo loro di godere del diritto allo studio e all’assistenza, e aggravandone il quadro dei progressi terapeutici dopo l’interruzione forzata dovuta all’emergenza sanitaria”.

Ci sono addirittura famiglie – aggiunge la psicoterapeuta – che ci raccontano di come, in alcune scuole, i dirigenti scolastici dicano ai genitori di non portare i figli disabili a scuola perché non hanno personale formato e non sanno come assisterli. Un fatto del tutto illegittimo che sovverte un sistema che dovrebbe essere di protezione sociale e dovrebbe pensare alle priorità, cioè alle fragilità. Sulla base di quelle ci si doveva organizzare e c’era anche tutto il tempo per farlo. La Regione, stavolta, l’ha fatto. Purtroppo il meccanismo si è inceppato altrove“.

Anche per Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl etnea, la situazione è allarmante. “C’è da essere preoccupati ma anche indignati – spiega – per come si sta affrontando la vicenda degli studenti con disabilità delle scuole superiori. A fine luglio, in occasione di una conferenza di servizi con l’assessore regionale alla famiglia Antonio Scavone, la Cisl e la Cisl Fp lo avevano sollecitato a chiarire formalmente come andavano attivati i servizi integrativi speciali. Cosa che ha fatto con le circolari di settembre e con la convocazione in quinta commissione dell’Ars“.

Oggi, invece – sottolinea – abbiamo un Ufficio scolastico territoriale andato in confusione, che non dà alcuna indicazione ai dirigenti scolastici per la formazione del personale ATA e per il contingente stato emergenziale, e un dirigente metropolitano ostinato sulle proprie convinzioni. Per giunta, entrambi non comunicano tra loro, e così il sistema dell’assistenza si è bloccato con grave danno per gli alunni, il loro percorso riabilitativo e le famiglie»

La Cisl, assieme all’Adiconsum, all’Anteas e allo sportello Orient’Abilità, stanno impegnando i propri legali per studiare una possibile class action nei confronti degli enti che hanno responsabilità nella vicenda e, se sussistono i presupposti, procedere anche con una denuncia alla Procura per chi sta ostacolando il sistema e si sta interrompendo un pubblico servizio“, conclude.

Immagine di repertorio