Aci Sant’Antonio, rapporti tra Acoset e comune: la nota di chiarimento di alcuni ex consiglieri

Aci Sant’Antonio, rapporti tra Acoset e comune: la nota di chiarimento di alcuni ex consiglieri

ACI SANT’ANTONIO – In merito alla questione dei servizi idrici ad Aci Sant’Antonio, in provincia di Catania, e al rapporto con Acoset, giunge alla nostra redazione una lettera di chiarimento di alcuni ex componenti dello scorso consiglio comunale.

Nocciolo della questione la cessione delle tubature comunali ad Acoset. Di seguito, pubblichiamo integralmente la nota degli ex consiglieri Ruggeri, Di Stefano, Faranda, Finocchiaro, Marchese e Privitera.

“Allo scopo di chiarire quanto è stato discusso nella seduta del Consiglio Comunale del 23.06.2020, in seno al quale è stata più volte richiamata la Delibera di Giunta Municipale N.ro 85 del 16.06.2011 della quale Noi sottoscritti Dott. Ruggeri Francesco, Di Stefano Giuseppe, Faranda Fabio, Dott. Finocchiaro Stefano, Dott. Marchese Giovanni Pietro, Ing. Privitera Michelangelo, allora, eravamo componenti, si tiene a precisare quanto in appresso. La Giunta di allora ha preso atto – e votato favorevolmente alla unanimità – di un accordo transattivo tra il Comune di Aci Sant’Antonio e l’ACOSET S.p.A., accordo che consentiva al Comune di recuperare la somma di € 350.000,00.

Tale somma era stata anticipata dalla precedente Amministrazione per conto dell’ACOSET S.p.A., di cui il Comune di Aci Sant’Antonio è socio azionista, e si era resa necessaria per migliorare la rete idrica attraverso la realizzazione di una nuova condotta, che ne incrementava la portata, utilizzando le acque del Pozzo AISA (di proprietà della SIDRA). A parere dell’Amministrazione che precedette la Nostra, il miglioramento della funzionalità della rete si era reso necessario a causa dei continui disservizi nella erogazione di acqua potabile ed a causa del notevole ritardo dell’ACOSET nella risoluzione del problema. Il Sindaco di allora — sostituendosi all’inerzia del gestore -, per questioni di pubblica utilità volta anche alla salvaguardia dell’igiene pubblica, aveva migliorato la rete – competenza statutariamente prevista in capo ad Acoset – con l’apporto delle acque del Pozzo AISA, realizzando la condotta in questione attraverso i fondi del bilancio comunale; operazione, questa, che ha comportato una spesa di € 350.000, con contestuale richiesta di rimborso al soggetto gestore del servizio idrico per conto del Comune, Acoset S.p.A. appunto.

La difficoltà riscontrata nel recupero delle somme anticipate obbligava il Comune alla richiesta di “accesso arbitrale”, successivamente sospeso in vista della possibilità di definire la questione in via transattiva e bonaria. Circostanza perfezionata successivamente con il recupero dell’intera somma anticipata dal Comune. La Giunta di allora ha, pertanto, avuto il MERITO DI RECUPERARE tutte le somme anticipate dall’Amministrazione precedente e di CHIUDERE | RAPPORTI “DARE-A VERE” sorti fino a quel momento con ACOSET, senza spese, oneri e/o aggravi di alcun genere. Nella seduta di Consiglio Comunale del 23.06.2020 sui disservizi idrici (vedi Delibera Consiglio Comunale n. 13/2020 e video diretta estrapolabile e desumibile dal Canale YouTube dell’Ente) il Sindaco ha affermato testualmente: “La passata Amministrazione ha fatto un accordo bonario diciamo che ha venduto tutte le condotte del Comune per un prezzo modico di € 350.000, mai incassati dal Comune”. Il Consigliere Conti – della maggioranza – ha affermato testualmente che “ha trovato una delibera di G.M. dell’ 11 giugno 2011 alle ore 13,30 con la quale è stata ceduta la tubazione dell’acquedotto di appartenenza del Comune di Aci sant’Antonio all’ACOSET e la delibera porta la firma degli assessori pro tempore, Finocchiaro Stefano, Di Stefano Giuseppe, Faranda Fabio, Privitera Michelangelo, Ruggeri Francesco e Marchese Giovanni Pietro, questo vuol dire che il Comune non è proprietario della tubazione”. Sarebbe estremamente banale irridere sugli argomenti sostenuti dal Sindaco e dal consigliere Conti, chiedendo – per esempio – le fonti e gli atti pubblici relativi alla vendita dell’intera condotta idrica che serve il Comune. Non è questo il nostro intento, né vogliamo introdurci in un dibattito consiliare, del quale non possiamo né vogliamo essere parte.

Il nostro scopo è quello di dimostrare la correttezza del nostro operato. Facendo Nostro quanto correttamente ribadito dal Presidente ACOSET con nota in atti ACOSET prot. 17889 del 12/08/2020, dove a seguito di nostra richiesta chiarimenti in merito alla presunta vendita/cessione della rete idrica del paese tramite la sopracitata Delibera Giunta Municipale n.85/2011 e richiesto copia accordo transattivo e Deliberazione Consiglio Amministrazione ACOSET n.27 del 29/03/2011, ci riscontrava: “Riteniamo che la semplice lettura dell’accordo transattivo e della deliberazione allegata siano sufficientemente esaustivi circa la natura dell’operazione che, ovviamente non è un atto di vendita e non potrebbe esserlo essendo le “condotte idriche” beni demaniali e, quindi, per loro natura non cedibili da parte del Comune”. Noi a tal proposito rinnoviamo al Sig. Sindaco tale concetto di semplice e immediata apprensione. Le condotte idriche pubbliche sono utilizzate gestite, migliorate e soggette a manutenzione da parte del soggetto gestore che le utilizza.

Ribadiamo al Consigliere Conti quanto già anticipato sopra al Sindaco, aggiungiamo solamente, per sua tranquillità, vista la foga con cui ha “diffamato” e posto in cattiva luce la Giunta di allora, indicandone espressamente e singolarmente i nomi dei Componenti, cioè i nomi dei Sottoscritti, che i concetti di transazione, cessione e vendita sono completamente diversi tra loro e che la Giunta di allora, come ampiamente chiarito, ha preso atto e votato favorevolmente una TRANSAZIONE, ossia un accordo relativo alla restituzione di somme anticipate per conto dell’Ente gestore.

In conclusione: Il Sindaco e il Consigliere Conti hanno posto in essere, con le loro dichiarazioni, un tentativo di addebitare alla Giunta di allora – indicandone espressamente i nomi – di aver male operato in danno del Comune, vendendo per un prezzo modico di € 350.000 tulle le condotte di proprietà del Comune. È chiaro il tentativo di porre in cattiva luce e, quindi, di diffamare i componenti dell’intera Giunta di allora”.

Per qualunque altro chiarimento, la redazione di NewSicilia.it resta a disposizione.

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