Aretha Franklin, la donna che da una chiesa di Detroit divenne Lady Soul

Aretha Franklin, la donna che da una chiesa di Detroit divenne Lady Soul

Era il 18 agosto 2018: un mondo commosso dice addio ad Aretha Franklin, la regina del Soul e simbolo della musica femminile mondiale.

Sono trascorsi due anni e nessuno ha dimenticato il suo stile unico.La vita della leggenda del Soul è costellata di successi, ma anche di eventi drammatici e momenti difficili.

Aretha Franklin: gli esordi

Nata il 25 marzo 1942, ha esordito come cantante gospel nella New Bethel Baptist Church a Detroit (Stati Uniti). In quel luogo di culto lavorava il padre, il ministro battista Clarence LaVaughn Franklin.

Sentendola cantare in una piccola chiesa di quartiere, quella dove lavorava il padre dalla “voce da un milione di dollari”, pochi immaginavano che sarebbe diventata una celebrità senza eguali. Su quel primo “palco” la giovane Aretha saliva assieme alle sorelle, che spesso hanno prestato negli anni successivi le loro voci alla sorella come coro.

Il suo debutto da solista fu un inno religioso, “Jesus, Be a Fence Around Me”. Un inizio già promettente, “guidato” dal padre quando Aretha aveva soltanto 12 anni e un’infanzia complicata alle spalle. Il matrimonio fallito dei genitori e la morte della madre poco prima del suo decimo compleanno, infatti, avevano segnato i primi anni della vita della cantante.

La musica, però, non l’ha mai abbandonata lungo il viaggio che la porterà, dopo alcuni album di scarso successo, alla svolta del 1967: il passaggio all’Atlantic Records.

Anni Settanta e Ottanta: il successo

Gli anni Settanta e Ottanta furono quelli di maggiore successo, che valsero ad Aretha il titolo di “Lady Soul”. E non si limitava a un solo genere, coprendo un repertorio dal rock all’R&B e al pop con le sue cover (non ultime quelle dei Beatles e di Simon&Garfunkel).

Sono proprio di questi anni le canzoni simbolo della carriera della “Regina del Soul”: “I Say a Little Prayer” (originariamente di Burt Bacharach), “Chain of Fools“, “Natural Woman“, “Think” e l’intramontabile “Respect” sono solo alcuni esempi. Accanto a questi titoli ben conosciuti, altri meno noti ma ugualmente significativi, da “Do Right Woman – Do Right Man” a “I Never Loved a Man“.

Negli anni Ottanta dal palcoscenico Aretha Franklin passò al cinema con un’apparizione nel film “The Blues Brothers“, con una grintosa versione di “Think”.

Gli anni Duemila e gli ultimi anni di carriera

Degli ultimi anni del secolo scorso, una delle performance più indimenticabili è la performance di “Nessun Dorma” ai Grammy Awards del 1998. Già da sempre molto apprezzata dagli appassionati di musica, fu resa speciale dalla prima strofa cantata in italiano.

Gli anni Duemila si sono aperti con quella canzone che è il simbolo di un mondo femminile in evoluzione e di una donna che “sa il fatto suo”: “Respect”, in una nuova versione per il sequel di “The Blues Brothers”.

Tante le esibizioni indimenticabili, dalla cerimonia di insediamento di Barack Obama alla Casa Bianca all’ultima indimenticabile resa di “I Say a Little Prayer” al 25esimo anniversario della Elton John AIDS Foundation. Questa è stata l’ultima performance, poi è venuta la lunga lotta contro le complicanze dovute a un tumore al pancreas.

Proprio quel male incurabile ha spento la vita di Aretha Franklin il 16 agosto 2018, ma non la sua fama. La regina del Soul affascina ancora le colleghe cantanti, da Celine Dion alla giovane Ariana Grande, e gli appassionati di musica.

Oltre la musica: una vita privata fatta di lotte

Aretha Franklin non era solo musica. Per quanto ogni volta che la sua bocca si apriva il mondo dimenticasse tutto per mettersi all’ascolto, dietro il volto sorridente e la voce incredibile c’era molto altro.

Segnata da un’infanzia difficile, la cantante dovette affrontare anche due gravidanze precoci, diventando madre a soli 12 anni e un matrimonio tormentato. Tante, inoltre, le indiscrezioni sui suoi numerosi “vizi”, dall’alcolismo al fumo.

Di ben maggiore rilievo, però, è senza dubbio l’attività di Aretha Franklin nel campo delle lotte civili in difesa della comunità afroamericana, un tema di grande spessore anche oggi, ma non solo. La cantante si trovò in prima fila per i diritti delle donne (“Respect” e “Natural Woman” sono diventate un vero “inno” per un’intera generazione) e dei Nativi Americani.

Riconoscimenti e tributi

Al primo posto tra i 100 cantanti più grandi di tutti i tempi di “Rolling Stone” nel 2010 e primo membro donna della Rock and Roll Hall of Fame, Aretha Franklin figura tra le dive più premiate della musica internazionale.

Ottenne, tra l’altro, anche una “National Medal of Art” dal presidente statunitense Bill Clinton e un posto nella Hollywood Walk of Fame. Innumerevoli anche i tributi dopo la morte da artisti di tutto il mondo.

Tra questi, anche un video con i maggiori successi da Billboard.

 

 

La vita di Aretha in un film: la storia di “Respect”

“R-E-S-P-E-C-T, Find out what it means to me”: quelle parole hanno segnato la storia della musica. E proprio quella canzone che ha reso celebre Aretha Franklin in tutto il mondo, facendole assegnare due dei numerosi Grammy, è diventato il punto di partenza per il film biografico in suo onore.

Attrice e cantante protagonista, per volere della stessa Aretha Franklin, Jennifer Hudson. Il film, diretto da Liesl Tommy, uscirà nelle sale statunitensi nel gennaio 2021. Nel cast anche altri grandi nomi della musica, come la cantautrice Mary J. Blige.

L’obiettivo sarà naturalmente quello di rendere onore a un’indimenticabile artista, ma anche di mostrare la donna forte che viveva fuori dal palcoscenico, immersa nel mondo reale, che adesso la ricorda come una delle figure più influenti della musica degli ultimi decenni.

 

Fonte immagine: Flickr

Fonti video: Facebook – Billboard / Youtube – ONE Media