Aggressioni ai sanitari, approvata legge: si rischia fino a 16 anni di carcere. Fsi-Usae: “Vittoria che sentiamo anche nostra”

Aggressioni ai sanitari, approvata legge: si rischia fino a 16 anni di carcere. Fsi-Usae: “Vittoria che sentiamo anche nostra”

PALERMO – La Fsi-Usae Federazione Sindacati Indipendenti organizzazione costituente della Confederazione Usae, da 12 anni lotta e denuncia a Procure, Questure, Prefetture, Assessori regionali della Salute e a Sindaci, la mancanza di sicurezza negli ospedali del Ssn“, dichiara soddisfatto Calogero Coniglio segretario regionale Sicilia e coordinatore nazionale di federazione.

Le nostre lotte hanno contribuito a mettere in evidenza in Italia il crescente fenomeno per trovare una soluzione. Ringraziamo i 17 senatori cofirmatari tra cui il senatore Antonio Scavone per aver promosso e presentato di sua iniziativa in Parlamento il 15 novembre 2017 un disegno legge dopo aver attenzionato le denunce della Fsi-Usae su tutto il territorio nazionale del fenomeno delle aggressioni al personale sanitario, a medici, infermieri, ecc. che ha descritto sul testo del ddl”, aggiunge.

Il Disegno legge presentato all’art. 1, comma 1, prevede in ogni pronto soccorso dei presìdi ospedalieri di I e II livello che venga istituito un presidio fisso di polizia e di ricollocare i presìdi ambulatoriali di guardia medica in ambiente protetto. Il Ddl è il n. 2908 ‘Disposizioni per garantire la sicurezza, l’ordine pubblico e l’incolumità di cittadini ed operatori sanitari presso le strutture ospedaliere e i presidi ambulatoriali di guardia medica’ “, continua.

Oggi il governo dopo 12 anni di nostre denunce approva una legge, fino a 16 anni di carcere per chi causa lesioni agli operatori sanitari, le pene sono da 4 a 10 anni per le lesioni gravi e da 8 a 16 anni per le lesioni gravissime. Nel caso in cui l’aggressione non costituisca reato, chi usi violenza, offenda o molesti gli operatori sanitari dovrà pagare una multa da 500 a 5mila euro. Ma la lotta per la Fsi-Usae per far istituire i posti di polizia negli ospedali metropolitani non è terminata“, conclude Coniglio.