Premio Sciascia a “Malerba” di Carmelo Sardo: trionfo e polemiche

Premio Sciascia a “Malerba” di Carmelo Sardo: trionfo e polemiche

AGRIGENTOPolemiche, mafia e antimafia, gioco delle parti, articoli di giornali e silenzi. Il premio letterario Racalmare, ideato da Leonardo Sciascia, ha vissuto giorni talmente turbinosi da sembrare la trama di uno dei gialli del grande scrittore siciliano.

Al centro della polemica è finito uno dei libri in concorso che, ieri sera, è stato proclamato vincitore. Si tratta di Malerba, scritto a quattro mani dal giornalista Carmelo Sardo e da un killer di mafia condannato all’ergastolo, Giuseppe Grassonelli.

Già l’inserimento del libro tra i tre finalisti del premio aveva suscitato diverse polemiche culminate con le dimissioni dalla giuria di Gaspare Agnello, amico personale di Leonardo Sciascia, che ha lasciato il suo ruolo spiegando, in una lettera aperta alla stampa, che Grassonelli rappresenta “un ergastolano che si è macchiato di crimini efferati e le cui ferite sono vive nelle carni delle sue vittime”.

“Non è accettabile – ha concluso Agnello – che un libro scritto da Grassonelli possa partecipare a un premio letterario di cui sono stati protagonisti Sciascia, Consolo e Bufalino”.

Il riferimento di Gaspare Agnello è a Caterina Chinnici, figlia del magistrato Rocco ucciso dalla mafia, e autrice del libro intitolato E’ così lieve il tuo bacio sulla fronte.

Malerba racconta la storia di Giuseppe Grassonelli, oggi 48enne e detenuto da 22 anni, dei suoi inizi come killer della Stidda dell’empedoclino, dei suoi omicidi efferati e del suo percorso di redenzione.

La sua ascesa criminale iniziò dopo gli omicidi del nonno e dello zio, nel corso della spietata guerra di mafia degli anni ’80. L’uomo non si è mai pentito ma ha intrapreso un percorso di vita diverso, sostenuto dalla cultura.

Infatti il killer si è laureato in lettere l’anno scorso con 110 e lode con una tesi sulle insorgenze napoletane del 1799. Il suo “Malerba” ha superato la concorrenza del libro di Caterina Chinnici e di “Piccola Atene” di Salvatore Falzone.

“Sono onorato e orgoglioso di questo premio – ha scritto su Facebook Carmelo Sardo – che condivido con tutti coloro che credono nel recupero e nel riscatto anche di chi ha sbagliato e sta “restituendo”. E sappiamo che anche Sciascia ci credeva”.

Newsicilia ha contattato il presidente della giura del premio Racalmare Gaetano Savatteri, giornalista del tg5. Alla domanda se questo libro rappresenti la concreta possibilità di redenzione di un uomo di mafia Savatteri risponde cautamente: “Per me è meglio parlare di una possibile redenzione – spiega – perché al di là delle polemiche che ci sono state è importante capire il senso del libro: attraverso lo studio e la cultura si può intraprendere una rieducazione”.

“In una prima fase – spiega Savatteri in merito alle dimissioni di Gaspare Agnello – il giurato aveva approvato il libro e poi, leggendolo, ha manifestato la sua contrarietà. Per me la vicenda è chiusa. Perché è un premio al quale ha partecipato anche Caterina Chinnici e lei stessa, figlia di vittima di mafia, non ha trovato niente di male nella scelta di includere Malerba”.

“I mali della Sicilia possono essere raccontati sotto diversi aspetti – prosegue il giornalista – e con diversi personaggi. Ce lo ha insegnato Sciascia: sono modi diversi di raccontare una storia. Le polemiche sono la testimonianza che è un premio vivo. Un premio che ha toccato le tematiche care a Sciascia, come la lotta alla mafia, all’antimafia di facciata e il garantire i diritti agli imputati”.