Acireale, Giuseppe Agosta parla al Brunelleschi del padre ucciso dalla mafia

Acireale, Giuseppe Agosta parla al Brunelleschi del padre ucciso dalla mafia

ACIREALE –La mafia mi ha fatto due torti: ha ucciso mio padre e lo ha fatto il giorno prima della festa del papà”. È un Giuseppe Agosta commosso quello che, stamattina, ha ricordato agli studenti dell’Istituto Brunelleschi di Acireale la figura di Alfredo Agosta, il maresciallo dei Carabinieri ucciso brutalmente dalla mafia il 18 marzo 1982.

Giuseppe, all’epoca, aveva solo 7 anni. Lo ha fatto in occasione dell’incontro Camminando insieme verso la legalità, una tappa del percorso che l’associazione nazionale antimafia Alfredo Agosta sta portando avanti all’interno delle scuole catanesi, organizzata nel giorno del 33esimo anniversario di quel tragico evento.

Con lui, oltre al presidente dell’associazione, il Procuratore aggiunto della Repubblica, Michelangelo Patanè, il Capitano della Compagnia dei Carabinieri di Acireale, Marco Salomone, il viceprefetto Rosa Maria Monea e la preside Maria Elena Grassi. In collegamento anche l’europarlamentare Michela Giuffrida.

Tutti hanno evidenziato l’importanza della legalità come valore fondante e della memoria come base di crescita civile. Come sottolineato dal Sostituto Procuratore Patanè.

“Per molti ragazzi – ha detto – alcuni personaggi risultano nuovi perché bisogna tenere conto che si tratta di vittime della mafia cadute ancor prima della loro nascita. Per questo vanno ricordati, affinché servano loro da punto di riferimento. È importante – ha aggiunto – che tutti ci rendiamo conto che la lotta alla mafia, alla corruzione e all’estorsione debba essere una battaglia di tutti, non solo delle forze dell’ordine o della magistratura”.

E ha parlato di fiducia, Patanè, che non va persa, perché di grande sostegno per chi, ogni giorno, lotta contro la criminalità organizzata. “Le istituzioni devono impegnarsi a meritare la fiducia della collettività – ha evidenziato – quando ciò viene a mancare è difficile che via collaborazione e vicinanza”.

E, mentre il Capitano Salomone ha invitato i ragazzi a pensare con la propria testa sempre, il viceprefetto Monea, che ha ricordato ai giovani l’importanza dell’impegno. “Tutto parte dai giovani – ha ricordato – per questo è importante che sappiano cosa è successo, conoscano chi erano i funzionari dello Stato, i magistrati e le forze dell’ordine uccisi dalla mafia per debellare la malavita organizzata”.

In collegamento dal Parlamento europeo, Michela Giuffrida si è soffermata sull’importanza del dibattito e della formazione dei più giovani, basi per la società futura. “La giornata è dedicata alla legalità nel ricordo di un uomo che ha sacrificato la vita per difendere tutti noi e il principio stesso la legalità. Un principio – ha aggiunto – che deve accompagnarci ogni giorno, ogni istante”.