L’attacco Isis al museo di Tunisi, apprensione per i turisti siciliani

L’attacco Isis al museo di Tunisi, apprensione per i turisti siciliani

 È stato un attacco brutale quello sferrato in mattinata dai terroristi dell’Isis al museo del Bardo di Tunisi. Una strage che ha risvegliato un’Europa che, dopo l’assalto alla redazione di Charlie Hebdo, si era quasi sopita, convinta della sua estrema supremazia. La realtà dei fatti è che l’Isis è sempre più vicina alla nostra isola. Mai come oggi, infatti, i proiettili sparati dai terroristi sono rimbombati all’interno delle case siciliane.

Un gruppo di turisti, scesi dalla Costa Fascinosa, era stato preso in ostaggio all’interno del Museo del Bardo da un commando composto da tre terroristi travestiti da soldati e armati pesantemente.

Le teste di cuoio tunisine hanno fatto irruzione poco dopo, uccidendo due terroristi e liberando gli ostaggi. La conta delle vittime, al momento, è davvero spaventosa: 22 morti e più di 50 feriti. Tra le vittime, secondo le fonti tunisine, ci sarebbero ben 7 italiani, ma non si sa ancora quanti siano i morti.

Quello che si sa, al momento, è che molti degli ospiti e degli operatori della Costa Fascinosa, sbarcata a Tunisi dopo essere partita da Palermo, sono proprio siciliani, in particolar modo provenienti da Trapani e da Palermo.

Pianista sulla nave Antonello Tonna, già scampato al tragico naufragio della Costa Concordia, che dopo avere rassicurato i familiari ha comunicato che “sulla nave c’è un pò di preoccupazione ed i passeggeri sono attaccati ai cellulari per dare e avere notizie”. Purtroppo le notizie certe sono ancora ben poche; non si sa infatti quanti siciliani sono saliti a bordo della Fascinosa ieri a Palermo. Comunque c’è una comprensibile apprensione in Sicilia che cesserà solo quando si avrà il bilancio finale del massacro.

Siciliano, ed in particolar modo di Pozzallo, provincia di Ragusa, è anche il comandante della nave, Ignazio Giardina, un capitano con oltre 34 anni di esperienza di navigazione. Giardina sarebbe stato contattato telefonicamente dalla moglie, alla quale sarebbe parso tranquillo, in quanto la situazione sulla nave sarebbe sotto controllo.

Mentre dalla Farnesina non riescono ancora ad avere dettagli sul numero e sui nomi delle vittime italiane, sono arrivate le prime reazioni dal mondo della politica.

Il primo ad intervenire è stato il governatore della Regione siciliana Crocetta, che ha voluto anch’egli evidenziare quanto l’Isis sembri vicina: “Non solo la Sicilia, ma tutto l’Occidente deve cominciare a preoccuparsi e sostenere con forza governi come quello tunisino e di altri paesi che vogliono seriamente combattere il terrorismo”.

La mia sensazione – continua il governatore – è che si tratti di una strategia internazionale di gruppi terroristici presenti in Tunisia che trovano grandi sostegni finanziari all’esterno del paese. La presenza di questi gruppi non scalfisce ai miei occhi l’idea di un paese tollerante e democratico, che alle ultime elezioni ha eletto un presidente laico, aperto al confronto con l’Occidente e con le altre regioni. Non sarà semplice per la presenza diffusa nel paese di gruppi terroristici, sia pur isolati”.

Crocetta ha inoltre voluto ribadire, rispondendo alle parole di Salvini che proponeva una chiusura delle frontiere, che proprio quest’ultime sono già chiuse e che “dalla Tunisia non partono più immigrati, la questione è libica. È chiaro che non bisogna sottovalutare la situazione libica. È chiaro che la Sicilia è un paese di frontiera e che guardiamo a questi atti terroristici con grande preoccupazione. Inoltre vorrei concludere dicendo che la Tunisia è un paese con cui la nostra regione ha un lungo rapporto di amicizia, un grande popolo“.

Anche il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, ha voluto esprimere il proprio cordoglio per le vittime dell’attentato, ricordando che “coloro che compiono questi gesti disumani sono contro l’integrazione ed ogni forma di convivenza fra le diverse lingue, culture e religioni. Mai come in questo momento bisogna unire la ferma condanna alle vergognose azioni come questa ad iniziative concrete volte ad estirpare il cancro del terrorismo che ha, come primo obiettivo, quello di eliminare il dialogo e il confronto“.

Insomma, l’eco di questo attacco terroristico è arrivato, come detto, più forte che mai in terra sicula. L’Isis sembra avvicinarsi alla Sicilia ogni giorno di più, ma l’Europa sembra, ancora una volta, sottovalutare il problema.