Dallo spaccio alla fittizia intestazione di una sala giochi: collaboratore di giustizia “incastra” i figli di “Puccio” e “Cinzino”

Dallo spaccio alla fittizia intestazione di una sala giochi: collaboratore di giustizia “incastra” i figli di “Puccio” e “Cinzino”

MESSINA – Nelle mattinata di ieri, il personale della Polizia di Stato ha dato esecuzione ad una ordinanza applicativa di misure cautelari nei confronti di due soggetti ed al provvedimento di sequestro preventivo di una ditta che gestiva una sala scommesse sita nella zona sud della città di Messina.

L’azione investigativa in questione rappresenta l’epilogo delle più recenti indagini condotte dalla Squadra Mobile e coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Messina – Direzione Distrettuale Antimafia su fattispecie delinquenziali poste in essere nel campo della fittizia intestazione di beni e dello spaccio di sostanze stupefacenti.

A dare la stura all’odierna attività sono state le propalazioni di un collaboratore di giustizia.

Scandagliando le dichiarazioni del collaboratore, gli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Messina hanno focalizzato l’attenzione su svariati soggetti, tra i quali gli odierni indagati: Paolo Gatto di 23 anni, figlio del più noto Giuseppe Gatto detto “Puccio” e che è oggi detenuto in regime carcerario di art. 41 bis; Giuseppe Cutè, detto “Cinzino”, 40 anni, cugino di Paolo Gatto e figlio del defunto Domenico Cutè, detto “U Sauru”, ucciso lo scorso 25 gennaio a seguito di agguato in questo centro.

Di recente, Giuseppe Cutè e Paolo Gatto sono stati condannati in primo grado – a seguito di giudizio abbreviato – a pesantissime pene detentive per il tentato omicidio in pregiudizio di Franco Cuscinà, avvenuto in questo centro nell’agosto del 2018.

Lo stesso Giuseppe Cutè è stato, altresì, colpito da ordinanza di applicazione di custodia cautelare in carcere nell’ambito dell’operazione convenzionalmente denominata “Predominio”, condotta nel dicembre del 2019 dalla Squadra Mobile e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia messinese, poiché ritenuto responsabile di illeciti in materia di stupefacenti. L’azione investigativa appena menzionata – come altre e precedenti indagini condotte dalla Squadra Mobile di Messina, tra cui quella denominata “Totem” – aveva fatto emergere, in modo prepotente, l’interesse delle consorterie mafiose operanti in città per il remunerativo settore della gestione delle sale slot e delle sale scommesse.

Per quanto attiene all’esecuzione di ieri 21 luglio 2020, il quadro restituito dalle investigazioni ha consentito di venire a contatto con plurime condotte di cessione di sostanze stupefacenti, a favore di persone diverse, da parte di Paolo Gatto. Giuseppe Cutè, invece, nel corso delle indagini si è reso protagonista di una fittizia intestazione ad un giovane parente, insospettabile perché incensurato, di una sala giochi sita nella zona sud della città, al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione, così integrando la fattispecie di cui all’art. 512 bis c.p..

Condividendo il quadro indiziario raccolto dagli investigatori della Squadra Mobile, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Messina, nella persona dei pubblici ministeri titolari delle indagini, ha richiesto e ottenuto – dal competente G.I.P. – due misure cautelari nei confronti di entrambi i soggetti ai quali, il relativo provvedimento limitativo della libertà personale, è stato notificato in carcere poiché detenuti per altre cause.

Il G.I.P. ha, inoltre, disposto il sequestro preventivo – strumento di aggressione ormai insostituibile nelle strategie di contrasto ai patrimoni illecitamente accumulati – di una ditta individuale formalmente intestata ad un congiunto di Giuseppe Cutè ma, di fatto, riconducibile a quest’ultimo per la gestione di una sala scommesse.

Immagine di repertorio