Catania a rischio “chiusura”, accertati 21 casi: 103 soggetti in isolamento, l’assessore Razza tiene il punto della situazione

Catania a rischio “chiusura”, accertati 21 casi: 103 soggetti in isolamento, l’assessore Razza tiene il punto della situazione

CATANIA – Conferenza stampa dell’ultimo minuto da parte dell’assessore alla Salute Ruggero Razza sul punto della situazione riguardo ai casi positivi nella provincia etnea.

I casi di Misterbianco

A Misterbianco si registra un mini focolaio all’interno di uno stesso nucleo familiare: ben 8 i casi positivi accertati di cui due già guariti; in totale, dunque, i casi positivi ad oggi sono 4.

I casi di Pedara

Connessi ai contagiati del territorio di Misterbianco sono due nuovi casi positivi del comune di Pedara: i due soggetti sarebbero entrati in contatto con il nucleo familiare infetto.

I casi di Gravina di Catania

Sui casi positivi a Gravina di Catania, l’assessore Razza, non ha fatto cenno se non, a domanda di una collega durante la conferenza stampa, dichiarando che tutto sarebbe partito da un uomo in viaggio all’estero e giunto nel comune catanese dal Kazakistan. Intanto in queste ore, il primo cittadino Massimiliano Gemmusso, ha comunicato ai cittadini la presenza di 4 casi.

I positivi in totale a Catania

Nella provincia etnea, in totale, ad oggi risultano positivi ben 21 soggetti: 6 sono riconducibili al mini focolaio di Misterbianco e 8, invece, si ricollegano ai casi accertarti nella periferia di Catania.

Non solo tamponi ma anche ricostruzione ed isolamento dei contatti diretti“, ha spiegato l’assessore Razza. “I 21 casi hanno portato con se un accertamento epidemiologico sotto attenta guida del dottor Liberti dell’Asp di Catania“.

La ricostruzione dei singoli casi

Al momento risultano in isolamento domiciliare ben 113 persone, dei 21 positivi, 6 sono ricoverati all’ospedale San Marco del capoluogo etneo di cui uno posto in terapia con ossigeno.

Le parole dell’assessore Razza

Il virus è circolante, produce una bassa ospedalizzazione e produce, inoltre, quasi un inesistente ricovero in Terapia Intensiva – spiega l’assessore alla Salute Sicilia – ma vi è necessità di una verifica dei contatti e circoscrizione dei focolai“.

C’è troppa rilassatezza, come se nulla fosse esistito; la rapidità di contatto di questi casi ci dice che la capacità di infezione resta ancora alta e che la possibilità di contagio nel rapporto diretto è anch’essa ancora alta. I cittadini devono adottare con cautela e prudenza gli accorgimenti comportamentali ritenuti indispensabili, dall’amministrazione comunale deve esserci una azione di controllo del proprio territorio.

Bisogna proteggere le nostre attività economiche dal rischio di una eventuale restrizione del territorio e di singole aree comunali. Siamo lontani dal correre questo rischio ma serve maggiore presa di consapevolezza“.

E ancora: “Ci è capitato di venire a conoscenza di persone che dovevano rimanere in domicilio e che invece erano in giro, un modo di comportarsi inaccettabile“.

Si prevede qualche provvedimento in maniera innovativa con il supporto di Musumeci; ci sono categorie a rischio che hanno bisogno di sentire accanto il contatto della Regione“.

E sulla presenza del ministro Lamorgese a Lampedusa e la questione migranti, lo stesso assessore ci tiene a precisare che “la Regione Siciliana ha effettuato 6mila test sierologici e con tampone dall’inizio dell’emergenza sanitaria e fino agli sbarchi dei migranti.  Tutto fatto dalla Regione con i propri test e con i propri medici“.

Fonte immagine In Sanitas