Mesi di emergenza in condizioni precarie, eroi in divisa allo stremo. La denuncia del Siulp

Mesi di emergenza in condizioni precarie, eroi in divisa allo stremo. La denuncia del Siulp

CATANIA – Dopo mesi di emergenza di cui ancora non si scorge la fine, il segretario generale del Siulp – sindacato italiano unitario lavoratori polizia -, Giuseppe Scaccianoce, interviene sulla questione sicurezza. Di seguito la lettera inviataci che vi riportiamo integralmente:

Caro Direttore,
da mesi l’Italia vive in emergenza, mesi che hanno visto gli operatori su strada della Polizia di Stato in prima linea senza poter fruire delle agevolazioni che, grazie a Dio, almeno al pubblico impiego in genere e nel privato sono stati concesse.

In qualità di segretario generale della Provincia di Catania dell’Organizzazione Sindacale S.I.U.L.P., che conta il maggior numero di iscritti della categoria sul territorio nazionale, ma pure nella qualità di rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, non posso esimermi dal denunciare pubblicamente, dopo aver già rappresentato la gravità dei fatti nelle sedi istituzionali, lo stress da lavoro correlato e il conseguente rischio di burn-out a cui è sottoposto il personale in forza al X Reparto Mobile di Catania che giornalmente viene impiegato non solo sull’intero territorio isolano.

Il D. Lgs. numero 81 del 9 aprile 2008, relativo alla tutela della salute e alla sicurezza nei luoghi di lavoro, traccia i precetti e le sanzioni penali delle diverse figure previste: tra queste, senza dubbio, anche quella dell’R.L.S. Con estrema amarezza, oggi mi vedo costretto ad alzare il tiro e denunciare innanzi l’opinione pubblica le difficoltà del personale del X Reparto Mobile di Catania che ininterrottamente, dal mese di marzo c.a., è impiegato senza soluzione di continuità, senza alcuna possibilità di recuperare le forze e le risorse psicofisiche, senza poter fruire del sacrosanto riposo settimanale, previsto per tutti i lavoratori e dal nostro contratto di lavoro.

Il prolungarsi di questa situazione, documentabile, inevitabilmente ci condurrà allo stremo delle forze e, raschiato il barile per il sovraccarico di lavoro, sarà inevitabile il collasso nervoso degli operatori. Lo stress da lavoro correlato, che per definizione si verifica quando le richieste in ambito lavorativo eccedono le capacità individuali nel fronteggiarle, arrecherà infatti gravi disturbi fino al c.d. burn-out, o collasso nervoso – scrive il segretario -. Se aggiungessimo le difficoltà riscontrate nell’espletamento del servizio, che ultimamente riguarda in via quasi esclusiva gli sbarchi di extracomunitari, non raramente contagiati dal Covid19, nonché la loro vigilanza in virtù della quarantena imposta per DPCM, la situazione rischia di diventare esplosiva.

Se poi sommassimo le strutture fatiscenti individuate per l’ospitalità dei migranti e degli operatori (che a volte si equivalgono), è facile intuire come il personale – oltre allo stress a cui è sottoposto per gli incalzanti turni di lavoro – dovrà aggiungere pure la preoccupazione di portare a casa il maledetto virus col rischio di contagiare di riflesso anche i propri cari.

Per amore di verità, gli obblighi di distanziamento sociale e prevenzione attraverso i dispositivi di protezione individuale (che alla fine della fiera si riducono a guanti e mascherine), diventano paradossalmente folcloristici se gli uomini in divisa sono poi obbligati ad alloggiare in camere doppie, di appena 12 metri quadrati e bagno in comune. Come dire che il distanziamento sociale ci deve essere per l’occhio sociale e non perché necessario. Quale sarà il senso di andare “mascherati” sui mezzi se poi condividiamo le stanze e il bagno?

Signor Direttore, nel ringraziarla per la cortese ospitalità, mi permetta di porle, un’ultima domanda: perché fino a poco tempo fa le donne e gli uomini della Polizia di Stato venivano chiamati eroi se oggi sono costretti ad accumulare ben 15 giorni di riposo su 20 settimane e abbandonati al loro destino nelle camere in comune?”, conclude il segretario.

Immagine di repertorio