Emergenza sanitaria e migranti in Sicilia, ministro Lamorgese telefona al sindaco di Lampedusa: la replica del governatore Musumeci

Emergenza sanitaria e migranti in Sicilia, ministro Lamorgese telefona al sindaco di Lampedusa: la replica del governatore Musumeci

LAMPEDUSA – Non si placa la polemica sulla complessa gestione della questione migranti in Sicilia in un momento di emergenza sanitaria. Continuano i dibattiti tra il governatore Musumeci e le autorità nazionali, invitate all’intervento.

Nello Musumeci: le parole al ministro Lamorgese

Nelle scorse ore il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, avrebbe rassicurato telefonicamente il sindaco di Lampedusa, Totò Martello, per la difficile situazione attuale. Questo gesto ha scatenato la reazione di Nello Musumeci.

“Apprendo che il ministro dell’Interno Lamorgese, dopo il nostro sopralluogo di ieri, sarebbe stata costretta a telefonare al sindaco di Lampedusa per rassicurarlo. Mi fa piacere perché evidentemente ritiene, come in effetti è, di essere dalla parte del torto. Ma dovrebbe anche spiegare quale strategia intende adottare per garantire la sicurezza dei siciliani, così esordisce in un post su Facebook il governatore siciliano.

“Noi ieri abbiamo mandato su quell’Isola test sierologici e tamponi e domani imbarcheremo sempre verso le Pelagie una macchina per processare i tamponi in 20 minuti. A proposito, ci dica il ministro se sono stati utilizzati i tamponi prima di trasferire i migranti da una parte all’altra della Sicilia. Se così non fosse sarebbe grave”.

Musumeci fa anche riferimento allo stato d’emergenza chiesto per l’isola di Lampedusa: “E ancora non mi è chiaro: il governo di Giuseppe Conte delibera o no lo ‘stato di emergenza’ per Lampedusa, come chiesto dal Comune e dalla Regione Siciliana? E ancora, possiamo finalmente conoscere quale protocollo il ministro dell’Interno ritiene debba essere seguito per tutelare migranti e cittadini? Ad esempio: domattina arriverà una nave a Pozzallo, con 60 migranti. Chi farà i tamponi? Dove faranno la quarantena? Il silenzio di Roma con chi ha la responsabilità costituzionale di tutelare la salute dei siciliani è diventato insopportabile e viola il principio di leale collaborazione cui anche il premier Conte dice di uniformarsi. O si concorda – sul piano sanitario – ogni azione con la Regione o non siamo più disponibili a essere chiamati solo a supplire le gravi omissioni del Governo centrale, conclude.

Emergenza e migranti in Sicilia

Come è noto, negli scorsi giorni, gli sbarchi sono aumentati considerevolmente. Questo ha provocato non pochi problemi dal punto di vista organizzativo, nonché dal punto di vista strettamente sanitario: l’hotspot di Lampedusa (Agrigento) al momento ospiterebbe circa 700 migranti, 7 volte la capienza massima. Inoltre, non sono stati pochi i casi di tamponi positivi registrati tra le persone soccorse in mare: dopo la paura lo scorso mese per un focolaio a bordo di una nave in rada a Porto Empedocle (Agrigento), i controlli si sono letteralmente moltiplicati, ma la situazione è tutt’altro che calma.

Nello Musumeci in visita a Lampedusa e lo stato d’emergenza

Come i controlli, sono aumentati anche gli interventi politici, a livello locale e nazionale, sulla situazione. Lo scorso 11 luglio, il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, che più volte si è espresso sulla difficoltà rappresentata da questa nuova emergenza nell’Isola, è giunto in visita a Lampedusa assieme all’assessore alla Salute, Ruggero Razza.

Durante la visita, è stato effettuato un sopralluogo e in seguito il governatore siciliano ha ritenuto opportuno richiedere lo stato d’emergenza per l’isola, che a parere delle istituzioni siciliane potrebbe trovarsi presto al limite senza un aiuto da parte delle istituzioni e delle autorità competenti, non solo a livello locale ma anche nazionale e internazionale.

Immagine di repertorio