Chiusura Ecs Dogana e Filenz, Scardilli: “Dobbiamo essere tutti nelle condizioni di lavorare”

Chiusura Ecs Dogana e Filenz, Scardilli: “Dobbiamo essere tutti nelle condizioni di lavorare”

CATANIA – Riceviamo e pubblichiamo una nota di Alessandro Scardilli gestore dei locali Filenz ed Ecs Dogana, in merito alla chiusura avvenuta lo scorso fine settimana.

“Non possiamo più stare zitti, anche l’opinione pubblica è dalla nostra parte. Non si può pretendere che mi assuma la responsabilità delle persone che passeggiano al porto, così come i miei colleghi che gestiscono altri locali in centro. Il modo di agire di chi effettua i controlli sembra più una mossa strumentale, dovrebbero contribuire a non creare assembramenti e permetterci di lavorare con i giusti mezzi. Sono venuti sabato sera nei miei locali, Filenz ed Ecs Dogana, per farci staccare la musica a mezzanotte e mezza, in una discoteca che ha il permesso di chiudere alle 3, e in più al chiuso. Non era neanche l’1 quando hanno sgombrato il locale, facendo alzare la gente che mangiava la pizza e che stava bevendo in tranquillità. Facendo riversare tutti in mezzo alla strada e creando, così, assembramento. A parte che non mi sembra il caso di parlare di assembramento per un centinaio di persone in giro per il porto. Ma, a parte le opinioni personali, quello che desidero è sollecitare l’opinione pubblica e le autorità a convocarci per capire insieme come risolvere questo problema. Non possiamo giocare a guardia e ladri, dobbiamo essere tutti nelle condizioni di lavorare alla luce del sole. E allora chiedo: Il Filenz può lavorare? O il mio slogan deve essere ‘Non venite al porto perché mi chiudono il locale?'”.

Inoltre, nel comunicato stampa inviato dalla polizia municipale e stradale ci sono informazioni fuorvianti. Quando scrivono ‘oltre l’orario’, riferendosi al Filenz, non specificano che era 00,50 e le persone erano semplicemente sedute a tavola con la musica era in filo diffusione. Per quanto riguarda la discoteca, che può chiudere alle 3, è normale che la musica era a un altro volume. E qui sta il paradosso. La discoteca può mettere musica fino alle 3, mentre al ristorante, che è a 15 metri di distanza, bisogna staccarla a mezzanotte. Tra l’altro è un’ordinanza che riguarda il centro storico ambientale, e noi non rientriamo in questa area. Per non parlare del fatto che l’autorità portuale emette delle ordinanze a parte, e sono quelle che noi dobbiamo rispettare.

In sostanza, dobbiamo vivere con la paura che, in modo soggettivo, le forze dell’ordine decidano cosa dobbiamo e non dobbiamo fare? Ci tengo a parlare a nome di tutti i ristoratori, ripeto, dobbiamo essere tutti nelle condizioni di lavorare e non possiamo essere considerati colpevoli se si crea assembramento attorno ai nostri locali. Se ragioniamo così, allora tutti i locali del lungomare dovrebbero chiudere perché ci sono centinaia di persone che passeggiano? Non possiamo diventare guardiani anche degli spazi pubblici, è la polizia che deve intervenire in questi casi. Il ruolo delle autorità è non creare assembramenti negli spazi comuni, nelle piazze e nelle isole pedonali, per permettere alle attività di lavorare in regola.

Le attività hanno già subìto tanto. Personalmente ho 130 dipendenti che non hanno ancora ricevuto la cassa integrazione, Levante è stato chiuso per tre mesi in maniera illegittima con conseguente dissequestro da parte del tribunale del riesame e per altri tre mesi a causa del lockdown. Abbiamo urgente bisogno di rimetterci in moto. Per questo chiediamo alla politica e alle forze dell’ordine di darci una direzione per lavorare. Queste regole sono inapplicabili, soprattutto visto il basso numero di nuovi casi positivi a Catania.

E poi viene da chiedersi, cosa c’entra la musica? Il virus non si muove di certo attraverso le onde sonore. Lavorando facciamo girare l’economia, stiamo sviluppando nuovi progetti di investimento all’interno del porto e chiediamo solo di sederci e parlare delle regole più adatte da seguire per salvaguardare la salute e lavorare bene“.