Il racconto di quella disumana traversata

Il racconto di quella disumana traversata

RAGUSA – Sono le 23:30 di giovedì scorso, una telefonata avverte che in acque internazionali c’è un nuovo carico di migranti scortato da un pattugliatore maltese.

Una motovedetta viene messa subito in mare aperto e iniziano le ricerche. Il barcone viene rintracciato alle 5,30 del mattino dopo. “Sono tantissimi, tutti accatastati gli uni sugli altri e ci sono anche molti minorenni” avvertiva una voce dall’altra parte della cornetta.

Solo alle 7,30 inizia il trasbordo umano. Partono i primi 52 alla volta di Pozzallo, quelli che aveva bisogno di cure sanitarie immediate. Poi parto gli altri 105 e via dicendo fino a trarre tutti in salvo.

Erano in viaggio da giorni, bevendo l’acqua del mare e non mangiando nulla. Nei loro occhi la disperazione. Un gruppo era partito dalla Turchia e un altro dall’Egitto, l’appuntamento era proprio davanti le coste egiziane. Da lì dovevano salpare per raggiungere l’Italia.

E così è stato. Iniziata l’odissea, i clandestini hanno cambiato tre barche prima di raggiungere le acque internazionali e qui hanno chiesto soccorso all’Italia: “Barcone alla deriva, presto vite umane da salvare”.

Un copione che ormai si ripete da anni, solo nel 2014 sono stati arrestati 116 scafisti. Tragedie umane che fotografo l’amara realtà.