Strage di via d’Amelio, continuano le indagini sul depistaggio: poche risposte, tanti dubbi ma nessuna prova

Strage di via d’Amelio, continuano le indagini sul depistaggio: poche risposte, tanti dubbi ma nessuna prova

PALERMO – Continua l’inchiesta sul depistaggio delle indagini sulla strage di via d’Amelio, a seguito della quale perse la vita il giudice antimafia Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta.

Tra le persone chiamate a testimoniare anche la figlia del giudice, Fiammetta Borsellino.

La donna avrebbe raccontato dei suoi colloqui con i boss Giuseppe e Filippo Graviano, appartenenti al clan di Brancaccio e condannati per l’attentato. Poche risposte e diversi tentativi di “discolparsi” sarebbero stati, purtroppo, i risultati della conversazione con Giuseppe Graviano, il quale avrebbe attribuito il depistaggio ai magistrati. Diversi i toni del fratello del boss, più consapevole e addolorato per le sue colpe.

Le perplessità sul caso Borsellino, quindi, rimangono. Dopo le dichiarazioni del falso pentito Vincenzo Scarantino, inoltre, la gestione delle indagini si è fatta sempre più complessa.

L’inchiesta sul depistaggio vede protagonisti i due ex giudici Anna Palma e Carmelo Petralia, accusati di calunnia aggravata. L’ex pm Ilda Boccassini avrebbe fatto inviare, nel 1994, una lettera dove metteva in dubbio le parole di Scarantino, ma nessuno dei colleghi l’avrebbe ricevuta.

La Procura di Messina avrebbe richiesto l’archiviazione del caso a carico di Palma e Petralia per mancanza di prove.

Immagine di repertorio