“Soluzioni concrete senza giri di parole”: la crisi degli inquilini catanesi a rischio sfratto

“Soluzioni concrete senza giri di parole”: la crisi degli inquilini catanesi a rischio sfratto

CATANIA – Nel Decreto Rilancio non è stato inserito nulla di concreto per chi non riesce a pagare l’affitto. A Catania 10mila sfratti a partire da settembre. La questione dell’abitare, con la ulteriore crisi economica alimentata dalla situazione in atto, è sempre più emergenziale.

Solo a Catania si contano più di 10mila sfratti che potrebbero essere esecutivi già a partire dal mese di settembre di quest’anno. Sulla drammatica situazione il sindacato degli inquilini ASIA USB, la Federazione del Sociale USB, la rete giovanile nazionale Noi restiamo e il Movimento per il diritto all’abitare chiedono al governo Conte “soluzioni concrete e non giri di parole“.

Pertanto, domani 28 maggio, le organizzazioni hanno indetto una manifestazione sotto la sede del Ministero Infrastrutture e Trasporti: “Il governo Conte ci prende solo in giro: manifestiamo sotto il Ministero. Dopo quasi tre mesi di emergenza sanitaria il Paese si sta avviando verso l’apertura definitiva ma nel Decreto Rilancio nulla di concreto è stato predisposto per chi non riesce più a pagare i canoni di affitto e le bollette”, tuonano i rappresentati delle associazioni.

Avevano promesso risposte per i disoccupati, i precari, i giovani e gli studenti fuori sede in difficoltà, avevano votato un odg al Senato che impegnava il governo ad occuparsi dei nostri problemi ma dopo più di un mese di attesa nel tanto atteso decreto ci sono solo 140 milioni per il Fondo di integrazione all’affitto da dividere tra tutte le Regioni: non vogliamo chiamarle nemmeno briciole, sono bugie!”, proseguono i manifestanti.

Non possiamo più restare a guardare. Questa volta andremo a chiedere una risposta direttamente al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che ha la delega per la questione abitativa. Non potranno più ignorarci: è evidente che la crisi economica e sociale che si apre sarà lunga e colpirà le fasce più deboli a cui, ad oggi, non viene concessa nessuna garanzia nemmeno su un diritto basilare come quello ad avere un tetto. Il 28 maggio – avvertono le associazioni – saremo sotto il Ministero rispettando le norme per il distanziamento sociale e chiederemo il blocco del pagamento di affitti e utenze per chi non ha alcuna entrata e soluzioni di lungo periodo per il caro affitti, con introduzione dell’equo canone, riferito ai livelli di reddito individuali, e la fine della liberalizzazione del mercato immobiliare”.

Non possiamo ancora pensare che il mercato abbia interesse ad affrontare le enormi contraddizioni sociali di questo Paese, ci vuole un’inversione di rotta radicale – concludono a gran voce – e un’assunzione da parte dello Stato della responsabilità politica delle proprie scelte: prima i bisogni dei giovani, dei disoccupati, dei precari, delle famiglie in difficoltà e poi i profitti delle imprese e le rendite di posizione“.