Corruzione nella sanità siciliana: Damiani e Manganaro si avvalgono della facoltà di non rispondere

Corruzione nella sanità siciliana: Damiani e Manganaro si avvalgono della facoltà di non rispondere

PALERMO – Sono iniziati nella giornata odierna gli interrogatori di garanzia dei dieci arrestati del blitz della Guardia di Finanza sulla corruzione nella sanità siciliana.

Davanti al giudice per le indagini preliminari, questa mattina sono comparsi il manager dell’Asp di Trapani Fabio Damiani e il faccendiere Salvatore Manganaro. Entrambi hanno scelto di non rispondere alle domande che il giudice ha posto loro nel corso dell’interrogatorio che si è tenuto nel carcere Pagliarelli, dove si trovano attualmente reclusi.

Domani toccherà agli altri otto indagati finiti ai domiciliari, fra cui l’ex manager dell’Asp di Palermo Antonino Candela. Dopo essere stato rimosso dall’incarico di responsabile della struttura siciliana contro il Covid-19, Candela dovrà difendersi dall’accusa di aver ricevuto mazzette per favorire un’azienda negli appalti per la manutenzione degli apparecchi medicali.

Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, gli accusati avrebbero dato vita a un sistema di tangenti che avrebbe coinvolto oltre 600 milioni di euro di appalti per la sanità della Regione.

Fonte immagine: Tp24