Da Catania a Palermo, il grande fraintendimento della Fase 2: assembramenti, controlli e governatori arrabbiati

Da Catania a Palermo, il grande fraintendimento della Fase 2: assembramenti, controlli e governatori arrabbiati

PALERMO –La fase 2 non è un liberi tutti“, una frase che tra televisioni, quotidiani online e semplici chiacchierate è diventata una costante nelle giornate di tutti italiani. L’eccessiva ripetizione dell’enunciato, però, non sembra aver smosso i cuori e le teste di una parte dei siciliani, che, evidentemente, ha frainteso il vero significato di “Fase 2”.

La passeggiata, le visite agli amici, un caffè al bar o una cena al ristorante (con tutte le limitazioni che ne conseguono) sono tutte attività permesse dal nuovo decreto firmato da Musumeci e confermato per tutta la nazione da Giuseppe Conte. Ciò che, però, è espressamente vietato dal decreto regionale a quello nazionale è l’assembramento.

Troppi assembramenti in una situazione nella quale si sta convivendo con il virus possono portare a un rischioso (e quanto mai sanguinoso) aumento dei contagi. Evento che, se si verificasse, porterebbe a un nuovo lockdown e alla morte definitiva dell’economia italiana.

Nonostante le premesse, però, da nord a sud si sono susseguiti assembramenti cospicui, che hanno portato sindaci e governatori a ordinare pattugliamenti straordinari. Celebre è l’esempio dei Navigli di Milano, pieni di gente, assembrata e senza mascherina, che ha portato alla rabbia e a un’ultimatum del sindaco Sala.

Scendendo in Sicilia, nei giorni scorsi sono state registrate calche di gente nel mercato della Vucciria, a Palermo. Il sindaco Orlando, in quel caso, ha fatto la voce grossa al grido di “Basta passeggiate inutili“. Passando dal capoluogo siciliano a quello etneo, anche Catania ha avuto la sua dose di cittadini irresponsabili.

L’assembramento davanti al negozio “Mondo Convenienza del centro commerciale “Le Porte di Catania” avvenuto qualche giorno fa è stato, per così dire, il “sequel” di quanto accaduto appena un giorno prima del fatto al Lungomare di Catania. Gente ammassata e senza mascherina, come se si fosse dimenticata cosa ha passato e sta tutt’ora passando l’Italia intera. Poco conta se in Sicilia la situazione è stata più contenuta rispetto ad altre regioni, il rischio rimane comunque.

Intensificati i controlli pure ad Agrigento. Il centro storico e il quartiere San Leone sono stati presi d’assalto dagli agrigentini. Tutto ciò ha dato un gran da fare alle pattuglie della polizia municipale locale, che hanno dovuto rispondere a diverse segnalazioni. A Porto Empedocle, inoltre, una grigliata tra amici, che ha portato a un assembramento di circa 10 persone, è stata interrotta dai carabinieri. I militari hanno sanzionato gli autori della grigliata con 500 euro di multa a testa.

Insomma, da nord a sud la parola fase 2 è stata fraintesa da una parte di italiani e siciliani. Nella nostra isola, il ripetersi di alcune situazioni, da Catania a Palermo, ha portato alla rabbia del Presidente della Regione Nello Musumeci, che in diretta su Pomeriggio 5, ha minacciato di chiudere nuovamente tutto se si dovessero ripetere certe scene.