Africa massacrata dagli sciami di locuste

Africa massacrata dagli sciami di locuste

QUESTO ARTICOLO FA PARTE DEL CONCORSO DIVENTA GIORNALISTA, RISERVATO AGLI STUDENTI DELLE SCUOLE SUPERIORI DELLA PROVINCIA DI CATANIA.

Agricoltura e sanità a rischio, si aggiunge anche il Covid-19

In questo intervallo di tempo si sono prodotte variazioni climatiche di importante rilevanza che, a lungo andare, porteranno a cambiamenti, di carattere mondiale, inimmaginabili.

Spesso si legge di animali in via di estinzione o di ghiacciai che si stanno sciogliendo, considerandoli problemi che non ci appartengono direttamente. Questo perché, forse, non si conoscono bene le conseguenze di tali mutamenti. Non tutti sanno che c’è un legame tra il cambiamento climatico e la crisi senza precedenti dell’invasione di locuste che affligge l’Africa orientale, poiché mari più caldi significano più cicloni che generano il terreno fertile ideale per questi animali voraci. Agricoltori e pastori di ampie zone rurali del Kenya stanno inviando videoclip di sciami smisurati che volano sopra di loro, oscurando il sole come in una piaga biblica.

Lo sciame delle locuste del deserto ha colpito per la prima volta l’Africa orientale lo scorso giugno, divorando centinaia di migliaia di ettari di colture e pascoli e spianando una larga, devastata fascia di terra che attraversa almeno otto paesi: dal Kenya al Sudan. E come se non bastasse le abbondanti precipitazioni, ben superiori alla media stagionale, ne favoriranno la riproduzione. Entro giugno di quest’anno, almeno due generazioni di nuovi esemplari ne aumenteranno la popolazione fino a 500 volte.

Non soltanto l’Africa rischia la seconda invasione nel giro di un anno, ma anche Pakistan e India hanno già pagato un prezzo salato alla ferocità di questi insetti. Uno sciame di un chilometro quadrato può mangiare quanto 35 mila persone e percorrere 150 km al giorno. Devasta raccolti e decima pascoli. L’assetto climatico dell’inverno 2020 ha creato condizioni senza precedenti affinché le locuste del deserto arabico, solitamente sterile, si riproducessero in modo esponenziale. Gli sciami si sono poi diffusi nello Yemen, già prostrato dalla guerra civile e incapace di difendersi dal flagello, per avventarsi sull’Africa attraversando il golfo di Aden.

E alcuni temono che il fenomeno possa perfino lambire le sponde del Mediterraneo, se non attraversarlo. «Altro che coronavirus, noi siamo tutti terrorizzati dalle locuste, non si parla d’altro qui» assicura Yoweri Aboket, contadino di un villaggio ugandese al confine con il Kenya. «Quando atterrano sul nostro terreno, lo distruggono totalmente». E un mancato raccolto di manioca significa fame da queste parti. Se il coronavirus è la locusta che sta divorando la coscienza di quella porzione di umanità che abita nei paesi ricchi, c’è una nuova, concreta minaccia larga 5 chilometri quadrati che ha già invaso alcune regioni a nordest dell’Uganda e momentaneamente l’Onu ha ricevuto solo 21 milioni dei 76 richiesti.

Fiorenza Virna 4B Scientifico – I.I.S. “Concetto Marchesi” – Mascalucia (CT)