Da una finestra aperta sulla quarantena

Da una finestra aperta sulla quarantena

QUESTO ARTICOLO FA PARTE DEL CONCORSO DIVENTA GIORNALISTA, RISERVATO AGLI STUDENTI DELLE SCUOLE SUPERIORI DELLA PROVINCIA DI CATANIA.

Siamo tutti chiusi a casa da ormai due mesi, mai  prima d’ora avrei pensato che potesse succedere una cosa del genere, mi sembra quasi di essere all’interno di un film, file immense ai supermercati, persone che girano con le mascherine, non poter uscire di casa, non poter vedere amici e parenti, penso sia la cosa che mi manca di più… Non sopporto tutta questa lontananza dai miei amici, passare le giornate a ridere, scherzare, litigare, adesso mi manca anche quello. E poi la paura di ammalarsi , o peggio , che qualcuno a noi caro si ammali…

Tantissime sono le cose che in questo periodo mi mancano, ho cercato chiusa nella mia stanza, di continuare ad esercitare la mia grande passione per il ballo, ed eccomi pronta con le mie scarpe da punta, comincio i miei esercizi, sola davanti allo specchio, ma non è lo stesso, mi manca entrare in quella sala, mi mancano le sbarre, quella musica che ti entra dentro e che da carica, mi manca la tensione, la paura e quel fantastico rumore delle punte sul parquet, mi mancano le infinite chiacchierate con le mie compagne nello spogliatoio, Mi manca la mia maestra di danza, gli infiniti rimproveri per la coreografia sbagliata o fuori tempo, Mi sono resa conto dell’importanza delle sue opinioni, delle sue regole e dei suoi consigli che a volte a rischiano di diventare un pensiero costante; la consapevolezza, insomma, che tutti i giorni c’era qualcuno a cui dimostrare quanto si vale, qualcuno da non deludere.  Ma in questo momento è venuto fuori quello che ho imparato in anni di sacrifici, di pianti, di acciacchi: in generale, voler sempre superare se stessi, voler sempre dare il meglio, non è per forza un desiderio dannoso, anzi, spinge a migliorare e a non arrendersi;  niente al mondo  mi darà  quello che dà una giornata intera in una sala di danza, niente è come il rumore delle scarpette sul linoleum, l’odore del palcoscenico, il frusciare delle quinte e lo scroscio degli applausi., ma la mia grinta l’ho riversata su quello che posso fare ora : non lasciarmi abbrutire

E poi la scuola… non pensavo potesse mancarmi così tanto, il pensiero di come potermi vestire, la sveglia presto, i compagni, l’ansia per un interrogazione o  un compito, i mille servizi legati al mio indirizzo di scuola: Accoglienza Turistica, ebbene sì, non pensavo mi potesse mancare anche il mal di piedi per le scarpe della divisa  indossata durante un servizio.

La scuola online non mi piace proprio, linee interrotte, internet che non prende, sono sicura che dopo questa esperienza della didattica online, tornerò a scuola con molta più voglia di studiare.

Mi manca il mio cuginetto, che per me è una persona fondamentale, mi manca tenerlo in braccio, abbracciarlo, passeggiare ore intere mano nella mano, la sua curiosità, il voler sapere tutto, i suoi infiniti “perché”… Lo vedo ogni giorno in videochiamata ma non sarà mai la stessa cosa. All’inizio di tutto questo ho pensato “Non sarà male stare a casa”… ma dopo poco tempo  mi sono stancata di stare tutto il giorno in pigiama, non dovermi alzare tutte le mattine presto, sono stanca di dover sentire tutto il giorno “cosa volete per pranzo?” “cosa volete per cena?”. E allora ? “ Bea forza, vestiti, allenati, studia, non mollare e goditi quello che hai “ e’ diventato il mio mantra !

Ma sicuramente la cosa che mi manca più di tutte è non poter andare a trovare mio nonno, che se n’è andato da poco, penso che questa sia la cosa che mi fa stare più male di tutte, il non potermi andare a confidare con lui.

Durante questo periodo ho potuto constatare come tutto questo isolamento, abbia fatto bene alla natura. Io fortunatamente abito in una zona bellissima di mare, affacciandomi dal mio balcone, ho potuto notare come la natura e gli animali si siano riappropriati del loro spazio. Infatti ho potuto osservare come i gabbiani indisturbati volassero a pelo d’acqua per tuffarsi a capofitto magari per prendere qualche pesce, in lontananza riuscivo perfino a scorgere i delfini saltare felici senza che l’uomo li disturbasse, ma quello che più mi ha colpito è vedere come il colore e l’odore del mare sia cambiato, forse dovremmo farci due domande e imparare a rispettare di più la natura.

Rimanendo a casa sono riuscita a capire quali sono le persone che mi vogliono veramente bene e quali no. Ho passato finalmente del tempo con mio padre, cosa che non facevo da anni ormai, ho pranzato con lui, abbiamo riso e scherzato, ma soprattutto abbiamo parlato cosa che mi mancava molto visto il bellissimo rapporto che abbiamo. Abbiamo provato sulla nostra pelle ciò che facciamo alla natura, abbiamo riscoperto i valori della famiglia, abbiamo apprezzato il calore di un abbraccio o di un bacio che non ci siamo potuti scambiare, abbiamo desiderato una passeggiata per respirare ad occhi chiusi, abbiamo imparato a leggere negli occhi e capirci senza parlare e continueremo a farlo perché , coperti da una mascherina saranno gli occhi che rideranno, saranno gli occhi che manifesteranno le nostre emozioni  e noi finalmente abbiamo imparato a guardarci negli occhi.

Tutto questo è costato caro all’uomo, ma più importanti sono le lezioni di vita… più si pagano a caro prezzo!

Il futuro dopo questa pandemia può avere due risvolti: cambiare la propria vita in meglio o dimenticare tutto e continuare senza aver imparato nulla… fino alla “prossima”!

Trombetta Beatrice  IV O AT – IPSSEOA “ Karol Wojtyla” – Catania