La Fase 2 dei pub di Catania, parla Agatino Arena: “Finta riapertura, preferivo chiudere che lavorare così”

La Fase 2 dei pub di Catania, parla Agatino Arena: “Finta riapertura, preferivo chiudere che lavorare così”

CATANIA – “Quella del 4 maggio è solo una finta riapertura, questo un pensiero che si leva in alto a seguito dei nuovi decreti sull’inizio della cosiddetta “Fase 2” direttamente da Agatino Arena, proprietario del pub catanese “Ottotre“, intervenuto ai nostri microfoni.

“Quest’anno il mio pub festeggia 11 anni di attività, il centro storico non è più lo stesso da anni e la clientela col tempo è cambiata molto”, ma sembra proprio che l’emergenza Coronavirus sia stata l’ostacolo maggiore da superare negli ultimi tempi e che sembri essere insormontabile.

Per molti locali l'”avventura” da quarantena è iniziata sempre allo stesso modo: “Ho chiuso giorno 8 marzo, ricordo che quando sono sceso in centro per aprire il locale dei poliziotti me lo hanno impedito“.

“La chiusura è arrivata a quasi 60 giorni, veramente tantissimo tempo – continua Agatino Arenanoi locali ci sentiamo abbandonati.

Il “problema” dei dipendenti non è stato gravissimo, ma nemmeno tanto facile da risolvere: “Nel mio locale lavorano, oltre a me e al mio socio, due dipendenti, adesso in cassa integrazione. Purtroppo ancora non sono arrivati i soldi che gli spettavano”.

Il problema principale pare essere uno, ovvero che questa riapertura potrebbe mettere a rischio gli incassi dei locali: “Secondo il decreto un ipotetico cliente dovrebbe arrivare fino al mio locale (che è posto in una zona a traffico limitato), prendere quello che desidera e poi dovrebbe portarselo a casa per consumarlo”. Uno scenario demotivante per tutti i venditori di bevande, che vedrebbero con questo decreto come non applicabile.

Tutto questo è peggio che rimanere ancora chiusi; inoltre dovrò anche ricominciare a pagare l’affitto del locale pur essendo quasi sicuro che non guadagnerò proprio nulla“.

Un altro scenario quasi bizzarro è quello che si sarebbe venuto a creare a causa del coprifuoco imposto ai locali dal Comune di Catania: “In pratica noi dovremmo chiudere alle 23, ma i pub solitamente iniziano a ingranare alle 22, quindi siamo ancora più demoralizzati perché quasi sicuramente non verrà nessuno.

Credo che questa sia solo un’illusione creata per i lavoratori – prosegue – perché la verità è che noi non stiamo ricominciando a lavorare, stiamo semplicemente ricominciando a pagare affitto, bollette, utenze e dipendenti senza guadagnare nulla“.

Il problema è anche legato alla sicurezza, in realtà, perché pare infatti che i condomini dei palazzi adiacenti siano già pronti a denunciare eventuali assembramenti che – verosimilmente – si potrebbero creare se diversi soggetti prendessero alla leggera la fase e decidessero di non curarsi delle regole del distanziamento sociale.

“Sono anche d’accordo con loro – dice Arena – perché ho paura per la salute delle persone e credo che la quarantena fosse un ottimo modo per stare tutti al sicuro. So per certo che il centro storico si riempirà di persone e questa cosa mi spaventa”.

“Quello che spero – conclude – è semplicemente che i nuovi decreti descrivano meglio la situazione e possano migliorare le nostre condizioni di lavoro e di guadagno, che almeno in un futuro prossimo ci saranno agevolazioni per il pagamento del suolo pubblico che sarà fondamentale per ricominciare ad avviare al meglio le attività ristorative di ogni tipo, dato che per mantenere la distanza di sicurezza sembra essere l’unico modo di procedere.