Terremoto in Grecia, allerta tsunami anche in Sicilia? Parla l’esperto INGV Marco Neri

Terremoto in Grecia, allerta tsunami anche in Sicilia? Parla l’esperto INGV Marco Neri

PALERMO – La parola “terremoto” ai siciliani, e in particolare alla popolazione a est dell’Isola, suona familiare per i vari sismi più o meno dannosi registrati in passato.

Ormai è risaputo che la Sicilia è esposta a un forte rischio sismico, come dimostrato dagli studi che si sono susseguiti nel corso del tempo, oltre che dagli eventi accaduti.

A tal proposito, oggi, la forte scossa sismica in prossimità di Creta, in Grecia, ha destato forte preoccupazione anche nei siciliani.

Ma non c’è da preoccuparsi poiché la situazione è in costante monitoraggio, tramite gli esperti del settore.

In merito a ciò, per fare chiarezza, è intervenuto ai microfoni di NewSicilia.it, Marco Neri, vulcanologo dell’Ingv (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia).

In considerazione di quanto accaduto in Grecia, la Sicilia sta rischiando?

“Non c’è nessun allarme perché la magnitudo del sisma non troppo elevata, combinata con la grande distanza rispetto all’epicentro del terremoto, fa sì che un eventuale onda sismica non potrebbe arrivare in modo significativo a colpire le nostre coste. È tutto un fattore di energia in gioco. Per cui il CAT (Centro Allerta Tsunami) dell’INGV ha emanato l’avviso soltanto per le regioni geograficamente più prossime all’epicentro del sisma, in particolare la zona greca di Creta”. 

La predisposizione a tali rischi dipende anche da caratteristiche strutturali dell’area?

“L’area mediterranea e la zona orientale della Sicilia è altamente sismica. Per questo l’INGV si è dotato di questa sorta di sala operativa, che si aggiunge a quella della sala sismica tradizionale. Si chiama appunto CAT e si attiva ogni volta che c’è un sisma sotto il fondale marino e che supera una certa soglia. Indipendentemente dal fatto che il sisma avvenga a Creta piuttosto che alle Baleari per esempio, il nostro sistema si attiva immediatamente e dà delle indicazioni”.

Quali sono le dinamiche in relazione all’episodio avvenuto in Grecia?

“In questo caso la valutazione del CAT fa riferimento al fatto che nelle coste italiane non esiste al momento alcun pericolo, mentre questo c’è per altre località. Ma chiaramente se l’INGV ha messo in piedi un sistema di allerta tsunami significa che esiste una possibilità che sismi di questo tipo accadano, un po più prossimi, anche alle nostre coste. In merito a ciò quindi è necessario mantenere attiva una sorveglianza, proprio per segnalarci un eventuale possibilità qualora dovesse accadere. Certamente spero non domani”.

Lo tsunami è imprevedibile come il terremoto?

“Sono imprevedibili i terremoti ma non le onde di tsunami. Di fatti noi, con questo sistema di monitoraggio, calcoliamo i tempi presunti di arrivo delle onde di marea sulle nostre coste. Il tutto in funzione della magnitudo e della distanza dall’epicentro del sisma. Questo perché le onde di tsunami si propagano a certe velocità conosciute”.

Il tempo di propagazione delle onde tsunami si può prevedere?

“Noi sappiamo che, per esempio, un terremoto che dovesse mai avvenire sulle coste greche, un po più vicino alla nostra zona, ci metterebbe magari una mezz’oretta per arrivare da noi. Sembra poco e invece è tantissimo perché mezz’ora significa poter dare la possibilità di allertare la popolazione e porsi in una zona non prossima alla costa, bensì ritirarsi nell’entroterra. Certo, si tratta di situazioni estreme, ripeto, ma il CAT esiste per essere attivo proprio quando servirà. Quest’ultimo utilizza anche queste situazioni che non sono pericolose per le nostre coste, ma per allenarsi e per tenersi sempre pronto a rispondere quando ce ne sarà bisogno”.

Quanto influisce lo spostamento delle placche?

“Nel caso della Grecia, le placche che si scontrano sono quella africana e quella europea. Una parte della placca subduce per gravità sotto l’altra. In particolare quella africana sotto quella europea. Questa frizione, dovuta al continuo scontro, si manifesta con dei terremoti. La crosta ogni volta che c’è un terremoto si muove di una certa quantità. Più è violento il sisma più il movimento è grande. La stessa cosa, più o meno, avviene anche nella zona della nostra costa orientale siciliana. Area particolarmente sismica, per questo l’INGV ha organizzato e mantiene una rete di sensori molto sofisticati. Nello specifico, per cercare di limitare i danni se possibile e soprattutto individuare subito quali sono quei parametri che, eventualmente, ci devono fare preoccupare oppure no”. 

Immagine di repertorio