L’evoluzione dell’agente immobiliare

L’evoluzione dell’agente immobiliare

Mi presento sono Matteo Celeste, rivesto il ruolo di Team Manager presso l’agenzia immobiliare Remax City Home, una struttura poliedrica ed organizzata per team.

La mia storia in questo settore nasce nel 2006 come assistente della classica agenzia tradizionale. Questa la definirei fase “agenti 1.0” dove tutte le principali mansioni erano svolte dal titolare dell’agenzia che lasciava ben pochi spazi e conseguentemente scarsi guadagni ai collaboratori. Così come la formazione ridotta a semplici iter meccanici atti a svolgere il compito di intermediazione ma sicuramente scontornato da una serie di passaggi salienti in grado di aumentare la qualità della stessa mansione.

Con l’avvento della crisi immobiliare prospettava una variazione a questo assetto organizzativo. Si enunciava, perciò, un cambiamento che certamente sarebbe stato somatizzato dagli agenti a tempo debito.

Ripercorriamo in termini statistici l’evoluzione della crisi appena menzionata, grazie ai dati forniti dall’agenzia delle Entrate si attesta come già nel 2008 le compravendite immobiliari si aggiravano intorno alle 665mila per scendere drasticamente intorno alle 400mila nel 2012. Proprio nel bel pieno degli anni peggiori della crisi in Italia, vediamo come già dal 2015 fino ad arrivare al 2017 oltre alle condizioni nettamente più favorevoli in termini di ripresa e di aumento delle compravendite, assistiamo senza dubbio ad un’inversione di tendenza. Inizia così ad emergere un nuovo modello di agenzie basato sulla condivisione degli spazi lavorativi, su un netto incremento della professionalità con l’ausilio della formazione continua. Si passa dunque alla fase: “agente 2.0”, dove si punta sulla collaborazione tra colleghi, incrementano così i guadagni personali del singolo agente.

Così, tutti nell’ambito del settore immobiliare si sono dovuti adeguare alla nuova formula che potremo chiamare “together we will win”. La collaborazione e l’incremento di formazione è senza dubbio traducibile in una gestione completa, professionale e soddisfacente dei clienti (parte venditrice – parte acquirente) coinvolti nella compravendita. Questo modus operandi è in continua evoluzione, vediamo come la maggioranza delle agenzie collaborano e sono ben propense ad accrescere le capacità professionali all’interno del loro team di lavoro. Uno fra tutti il circuito RE/MAX ormai da tempo attento ad affrontare tutte le dinamiche evolutive che spesso giocano un ruolo fondamentale nella gestione e nella crescita lavorativa del nostro settore.

Il nuovo ed ormai solido modello appena menzionato lascia spazio ad un nuovo modello. Per i fatti che tutti ormai conosciamo siamo stati chiamati a rispondere a nuove sfide, reinventarci ancora una volta, siamo stati proiettati in maniera veloce nella fase “Agente 3.0”: il professionista si è modellato assieme al cambiamento, adeguandosi a tutte le tecnologie a disposizione che potessero essere di ausilio allo svolgimento del proprio operato. L’agente immobiliare privato dal contatto diretto con i propri clienti è pronto a poter interagire con loro accettando la sfida del mondo digitale, ritrovandosi a lavorare in modalità smart-working attraverso video conferenze, sfruttando l’utilizzo di nuove metodologie di appuntamento con i clienti, firme digitali e video call, mantenendo ugualmente il rapporto di fiducia con i propri clienti. Tutto ciò non solo nella fase della visita o per meglio dire “video – visita” ma anche nella fase che conduce al rogito.

Vengono pertanto sfruttate tutte le tecnologie possibili anche da tutti quei professionisti attivamente coinvolti nelle compravendite immobiliari come ad esempio consulente di credito e notaio.

Concludo dicendo che a mio avviso abbiamo affrontato al meglio anche a questa sfida. Tutto ciò è traducibile nella capacita di reazione di un agente immobiliare professionista e dell’agenzia di appartenenza.

L’agente del futuro deve essere veloce e percepire i cambiamenti e farli propri”.

I più attenti già guardano avanti alla fase 4.0. Cosa ci aspetta il futuro?