LEGGERE È ORMAI DIVENTATO UN TABÙ?

LEGGERE È ORMAI DIVENTATO UN TABÙ?

QUESTO ARTICOLO FA PARTE DEL CONCORSO DIVENTA GIORNALISTA, RISERVATO AGLI STUDENTI DELLE SCUOLE SUPERIORI DELLA PROVINCIA DI CATANIA.

Questa è la domanda che mi pongo ogni volta che, venendo a contatto con i miei coetanei, vedo il loro scarso interesse per la lettura, quasi la considerassero un’attività riservata ai cosiddetti secchioni e che non possa rientrare per qualsiasi motivo nei loro hobbies.

Ma cosa li porta ad accettare dei luoghi comuni che non dovrebbero esistere?

Molte bookbloggers con cui ho avuto il piacere di parlare, come Fede del blog “Reading Love”, attribuiscono l’allontanamento delle nuove generazioni dal mondo dei libri all’istituzione scolastica e agli insegnanti che non spronano gli studenti a leggere, ma rendono la lettura un dovere e non un piacere.

Personalmente ho avuto la fortuna di avere degli ottimi insegnanti che non hanno mai reso la lettura un dovere, anzi, attraverso lo studio dei grandi classici, hanno tentato di rendere attuale ciò che appariva lontano da noi. Difatti ho notato che sono proprio i ragazzi a rifiutarsi di leggere per cui, di fronte alla proposta dei professori di leggere libri a scelta durante le vacanze, gran parte dei miei coetanei si sono rifiutati di leggere qualsiasi libro mentre coloro che hanno portato a termine il compito hanno selezionato libri molto leggeri per la loro età.

Senza dubbio ognuno ha i propri gusti ma come è possibile che dei ragazzi delle superiori non abbiano la giusta maturità per affrontare temi più importanti?

La risposta a questa domanda mi è stata fornita da Lelio Bonaccorso, fumettista e illustratore messinese, del quale lo scorso anno ho letto il fumetto Salvezza. Dialogando con lui, è emerso come oggi sia carente lo spirito critico e il discernimento, a causa  del declino  della conoscenza, definita dal fumettista la cenerentola dei nostri tempi.

Inoltre Bonaccorso  afferma che il tempo dedicato alla cultura è limitato dall’uso della tecnologia che non fa altro che ingannarci, facilitando i lavori ma costringendoci a farne molti di più e spostando l’attenzione dalla realtà esterna sullo schermo dello smartphone.

Condivido a pieno il suo pensiero, ma la tecnologia non ha solo aspetti negativi poiché la lettura dovrebbe poter sfruttare le potenzialità della digitalizzazione.

Questa conversione digitale sta già avvenendo da diversi anni ma l’avvento del coronavirus, che ci ha portati a una quarantena forzata, sta velocizzando il processo,  dal momento che non solo i gruppi di lettura si sono spostati in rete, il che dà la possibilità a tutti di poter commentare libri e scambiarsi opinioni. Ma anche le piccole librerie, pur di continuare a vendere e offrire compagnia agli italiani attraverso il mondo dei libri, in questo periodo così difficile, si sono digitalizzate. D’altronde, come ha affermato la ministra Azzolina nella #GiornataMondialedelLibro, sono proprio i libri ad aprire le menti e ad “ispirarci per guardare al dopo, al mondo che verrà quando questa emergenza sarà finita”.

Isabella Rossi V B – I.I.S.S. “E. Majorana” – Scordia (CT)