Cronache di una famiglia ai tempi del COVID-19

Cronache di una famiglia ai tempi del COVID-19

QUESTO ARTICOLO FA PARTE DEL CONCORSO DIVENTA GIORNALISTA, RISERVATO AGLI STUDENTI DELLE SCUOLE SUPERIORI DELLA PROVINCIA DI CATANIA.

Il lockdown è iniziato, un periodo di costrizione in casa dalla durata indefinibile; i giornali e i telegiornali non parlano di altro, i miei compagni di classe non fanno che discuterne sui social  network, gli adulti finiscono una telefonata solo per iniziarne un’altra; marzo si è aperto con questo caos.

Mio fratello minore va alle medie; lui e i suoi compagni hanno interpretato subito la quarantena come una vacanza inaspettata; corre per la casa gioendo e tentando di spiegare alla nostra nonna materna, mezza sorda se non tutta, il miracolo appena comunicato dal governo. I miei genitori non fanno che discutere della situazione; mio padre è chirurgo all’ospedale di Avola e mia madre infermiera all’ospedale Cannizzaro; la loro maggiore preoccupazione è quella di potersi infettare e poi contagiare il resto della famiglia; noi abitiamo in una casa a tre piani: al piano terra ci stiamo noi, al primo piano i miei nonni paterni, mio zio e le nostre cuginette, al secondo piano i miei zii tornati dall’America a gennaio.

Mia nonna materna ha saputo della quarantena attraverso le sue amiche ficcanaso, ma come si può ben immaginare, non capisce la gravità della situazione; mia madre tenta invano di spiegarle tutto, ma la nonna o non ci sente o quando ci riesce la manda a quel paese, con tanto di gesto non appena la figlia non la vede. Quando i miei hanno iniziato a girare perennemente per casa con la mascherina, la nonna ha pensato che si fossero dimenticati che Carnevale era già finito, commentando in modo colorito. Vi lascio immaginare le sue esternazioni quando mio padre è stato buttato fuori dal letto matrimoniale e fatto dormire sul divano…

Mia madre, già prima fissata con la pulizia a oltranza della casa, col nuovo stato di cose, ha preso a disinfettare ogni cosa, perfino la spesa e le scarpe, spiegando a mio fratello che bisogna sempre lavarsi le mani, e continua a ricordargli che la quarantena non è una vacanza, perciò non deve passare tutto il suo tempo davanti alla playstation a giocare con i suoi amici che arrivano a telefonargli fino alle sei del mattino per poi svegliarsi alle tre del pomeriggio…

La scuola online all’inizio è stata un fiasco: alunni che non partecipavano, che entravano nelle piattaforme per le videolezioni con altri account allo scopo di fare confusione, professori silenziati o estromessi dalle videochiamate, litigi in diretta con le mogli: tutto materiale registrato dagli alunni con estrema attenzione, al fine di divertirsi rendendo tutto pubblico su internet. La situazione delle lezioni online col tempo è migliorata perché i docenti hanno affinato la loro tecnologia, scegliendo software più adatti e meno facilmente manomissibili dagli scalmanati
discenti. Del resto l’umanità ha visto di peggio! Noi come famiglia nel nostro piccolo resistiamo, grazie alla nostra coesione, una virtù che speriamo anche l’umanità mostrerà di avere.

Antonio Gandolfo IV P – Liceo Scientifico “Galileo Galilei” – Catania