Applausi, fischi di protesta, interventi e partecipazione attiva: questo è solo parte del contributo che da decenni gli spettatori presenti in studio danno durante le più disparate trasmissioni televisive, dai talent ai talk show e ai programmi d’informazione.
Senza il pubblico, qualsiasi programma rimane quasi “spoglio”, privato della sua essenza vitale. È una consapevolezza sicuramente non nuova, ma che si è rafforzata nelle menti dei protagonisti del mondo dello spettacolo con il dilagare dell’emergenza Coronavirus che, come è ben noto, ha comportato il divieto temporaneo di ospitare persone esterne alle troupe televisive in studio durante la registrazione di puntate o le dirette per prevenire rischi alla salute.
Anche se “non lasciarsi abbattere“ è diventato il motto dei conduttori e del personale delle reti televisive, che lottano costantemente per continuare a fornire intrattenimento e informazione all’audience, costretta ad adeguarsi in fretta alla quarantena e a trovare svaghi esclusivamente in casa, è innegabile che negli occhi di chi vede enormi studi vuoti vi sia comunque un po’ di sconforto e di “smarrimento” in seguito all’abbandono forzato del pubblico.
Niente abbracci durante le finali dei talent show, trasmissioni sospese, manifestazioni sportive infinitamente attese dagli appassionati rimandate a data da destinarsi: fino a pochi mesi fa tutto questo era inimmaginabile ma purtroppo è diventata realtà. Così come il “silenzio assordante”, che ormai è parte della quotidianità dei programmi televisivi.
Tuttavia, anche in un momento triste per la televisione c’è comunque una “luce” che permette di osservare la situazione sotto una prospettiva più positiva: grazie alle nuove tecnologie, il pubblico riesce a far sentire il proprio “calore” anche da casa. Tramite video inviati alle trasmissioni d’intrattenimento o messaggi sui canali social, in tanti manifestano ogni giorno la volontà di continuare a contribuire al successo della televisione, impedendo così che il tanto sofferto distanziamento sociale e la lontananza fisica ostacolino la riuscita di programmi che, graditi o meno che siano, sono comunque diventati nel tempo un elemento rilevante della quotidianità di ogni persona.
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