Pasqua ebraica e cristiana: significati, origini e caratteristiche

Pasqua ebraica e cristiana: significati, origini e caratteristiche

CATANIA – Ricordiamo tutti la recente gaffe del presidente del Consiglio italiano, Giuseppe Conte, durante il suo messaggio del 6 aprile scorso alla popolazione, inerente al significato della Pasqua, che tanta ilarità ha suscitato in chi ascoltava, ma che, nel contempo, ha “fatto storcere il muso” a chi, in special modo in ambito religioso, non ha gradito lo “scivolone” del premier: “Dobbiamo constatare, purtroppo – si legge a proposito su Famiglia Cristiana, la scarsa dimestichezza in materia di religione e di teologia non solo della gente comune, bensì di chi la rappresenta ai massimi livelli“.

Qual è allora il giusto significato della Pasqua ebraica e di quella cristiana?

Dall’aramaico pasha, che corrisponde all’ebraico pesach, ‘passare oltre‘, la Pasqua ebraica celebra la liberazione (passaggio) degli ebrei dalla schiavitù, in Egitto – afferma Nunzio Rubino, insegnante di Religione Cattolica a Catania. La sua celebrazione, nel calendario ebraico, è fissata il 14° giorno del mese di Nisan, secondo le prescrizioni della Bibbia. Il suddetto calendario è lunisolare, perciò ogni mese ha inizio con la luna nuova e il quindicesimo giorno corrisponde al plenilunio. In questo modo, non esiste una data precisa corrispondente  nel calendario gregoriano: la Pasqua ebraica, infatti, varia ogni anno all’interno di un intervallo di tempo di circa 30 giorni. Quest’anno (2020) si celebra dal 08/04 al 16/04“.

Essa ha una durata di 8 giorni, scanditi da riti ben precisi, uno tra tutti la cena della notte compresa fra il 14 e il 15 del mese di Nisan, in ricordo della notte prima della fuga dall’Egitto. Tutti i componenti della famiglia sono coinvolti nella lettura del “libro della leggenda“, l’Haggadà e nella Festa dei Pani Azzimi, della durata di sette giorni, che trae origine da un’antica celebrazione per le prime spighe di orzo, coltivate e usate per preparare focacce non lievitate, ovvero  in ricordo del pane mangiato prima dell’esodo, allorché non si ebbe il tempo necessario per far lievitare il composto. È d’uso mangiare l’agnello arrostito intero, insieme ad altri cibi simbolici, come le erbe amare, che ricordano la sofferenza vissuta dal popolo, l’uovo, simbolo del lutto, e la salsa charoseth, utilizzata dagli schiavi ebrei in Egitto.

La Pasqua cristiana – continua Nunzio Rubino – presenta importanti legami, ma anche significative differenze con la Pasqua ebraica. Essa celebra la risurrezione di Gesù (passaggio dalla morte alla vita), avvenuta, secondo le confessioni cristiane, nel terzo giorno dalla sua morte in croce, come narrato nei Vangeli. La data, per i cristiano-cattolici, varia di anno in anno, secondo i cicli lunari, e cade la domenica successiva al primo plenilunio di primavera, determinando anche quella di altre celebrazioni e tempi liturgici, come la Quaresima e la Pentecoste. Per i cristiano-ortodossi ( che seguono il calendario Giuliano), invece, la regola è diversa: si celebra la domenica che segue la prima luna nuova (non luna piena) dall’equinozio di primavera, che anche per loro è il 21 marzo. Quest’anno la Pasqua ortodossa cade il 19 aprile“.

Essa è anticipata dalla Quaresima, un periodo di penitenza lungo 40 giorni, a cui fa seguito la Domenica delle Palme, giorno nel quale viene ricordato l’arrivo del Messia a Gerusalemme. Inizia poi la Settimana Santa, caratterizzata da precisi momenti liturgici come la Riconciliazione, dal lunedì al mercoledì, la Messa del Santo Crisma, il giovedì mattina e la messa In cena Domini, la sera dello stesso giorno, in cui si commemora l’episodio dell’Ultima Cena di Gesù con i suoi apostoli. Il venerdì santo, invece, è dedicato alla contemplazione della passione di Cristo, interamente adibito alla Via Crucis, attraverso la quale i fedeli rivivono le sue ultime ore di vita. Nella notte tra sabato e domenica si svolge la Veglia pasquale, dopo una giornata di riflessione e soprattutto di preghiera, dedicata alla letture delle promesse di Dio al suo popolo. La settimana si conclude il giorno di Pasqua, nel corso del quale si festeggia la resurrezione del Redentore.

Fonte immagine – guidagenitori.it, albi.it