Pesce d’aprile: storia e significato del giorno degli scherzi

Pesce d’aprile: storia e significato del giorno degli scherzi

PALERMO – La tradizione di fare gli scherzi nel primo giorno di aprile si perde nella notte dei tempi. Sul perché ci sia una data dedicata alle burle, e perché sia proprio questa e non una qualunque altra, c’è invece un’ipotesi. Le origini del pesce d’aprile non sono certe, anche se sono state proposte diverse teorie. Prima dell’adozione del calendario Gregoriano, nel 1582, il Capodanno era celebrato tra il 25 marzo (la vecchia data dell’equinozio di primavera) e il 1 aprile.

Una delle ipotesi più accreditate vuole dunque che, a seguito del cambiamento di calendario, non tutti si abituarono alla modifica e vennero quindi additati come gli “sciocchi d’aprile”. Da qui l’origine burlesca dell’1 aprile.

Ma perché proprio il pesce? Semplicemente perché i pesci abboccano facilmente all’amo. Come le vittime delle burle “abboccano” facilmente alla presa in giro. Va detto però che a volte è veramente difficile non cascarci: anche perché la fantasia non ha limiti e le burle nemmeno.

In tutta Europa le spiegazioni sull’origine della festa sono diverse: dall’anglosassone April Fools’ day – cioè il giorno dello sciocco d’aprile, con riferimento al giullare delle corti medioevali – al francese poisson d’avril. Nella Scozia delle Highlands il pesce d’aprile dura due giorni, nel secondo, il Taily Day, ci si diverte ad attaccare sulla schiena dei malcapitati un cartello con la scritta Kick me!, letteralmente “Dammi un calcio”.

Immagine di repertorio